“Siamo stati convocati alle 14.15 – scrive G.A., professionista residente a Chaia – in fila, in piedi, c’erano centinaia di persone già in attesa. Quattro gli sbarramenti da superare. Una fila chilometrica, superata la quale, ne iniziava un altra. Ogni tanto – prosegue la lettera – qualcuno degli anziani, fragili o disabili, non ce la faceva più e gli portavano una sedia. Dopo aver superato cinque file e dopo due ore di fila in piedi – racconta il professionista – sono stato vaccinato alle 16.15, che vergogna!”