A benedire il nuovo portone di bronzo sarà l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo. L’inaugurazione avverrà, dunque, a 120 anni da quella della Monumentale Facciata della Basilica mariana, dedicata alla Pace Universale. Era, infatti, il 5 maggio del 1901, quando il Beato Bartolo Longo, fondatore della Nuova Pompei, del Santuario e delle Opere di Carità, condivideva la gioia dell’inaugurazione della Facciata «eretta coi voti del mondo per la pace universale».
La scelta di realizzare un portale d’ingresso ha un preciso significato: è un perenne invito ad entrare per la celebrazione dei sacramenti e uscire, poi, per le strade dell’uomo.
«La porta – ha detto l’Arcivescovo Caputo – è l’immagine del Santuario che accoglie l’umanità e va incontro al mondo. È l’esperienza di ogni fedele e pellegrino che, dopo aver pregato nella Basilica, riprende la sua strada e porta con sé tutti i tesori e le ricchezze che la fede di Pompei gli offre. Una fede dal carattere missionario, sempre alla ricerca di nuovi spazi e nuovi territori. Una fede missionaria per vocazione e per fondazione, poiché innestata nel nulla di un territorio che aprendosi a sé stesso si è aperto al mondo».
La porta del Santuario è attraversata ogni anno da milioni di pellegrini, che giungono nella Città mariana da ogni parte d’Italia, d’Europa, del mondo. Il passaggio attraverso quel varco diventa simbolo di rinascita e di salvezza, che si fa concreta attraverso la preghiera, i Sacramenti, in particolare l’Eucarestia e la Riconciliazione. Si passa attraverso la porta per rinascere a vita nuova.
A spiegare il senso dell’opera, alta 5 metri, è lo stesso don Marello: «Nel realizzare quest’opera, ho inteso fissare nel bronzo le figure di alcuni personaggi legati, in qualche modo, alle vicende del Santuario e all’opera mirabile di Bartolo Longo… e poi i tanti Santi che lo hanno sostenuto e consigliato. Assieme a loro sono rappresentate genti provenienti dai luoghi più lontani, che compiono un pellegrinaggio che porta al possesso del Regno dei Cieli, prefigurato dalle stelle poste in alto».
Di origini casertane, il sacerdote artista ha il suo studio nel Belvedere di San Leucio (Ce), dove guida la parrocchia degli artisti della seta. Nel proprio lavoro, don Marello, che ha realizzato, tra le tante opere, le porte del Duomo di Caserta Vecchia, della Chiesa di San Pietro in cattedra a Valeggio sul Mincio (Verona), così come gli arredi sacri della Chiesa romana di San Corbiniano all’Infernetto e il portale minore della Chiesa del Bernini a Castel Gandolfo, inaugurato da Papa Benedetto XVI nel 2011, pone al primo posto l’evangelizzazione e, nelle pieghe minuziose delle sue sculture, si rivela sempre un messaggio ben radicato nella Parola di Dio. Tra le sue opere anche numerose sculture.
Il nuovo portale di bronzo, la cui realizzazione era iniziata da tempo, è dono di vari benefattori. Un contributo consistente alla sua realizzazione viene dalla Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara, che ha ritenuto importante questa opera, non solo per il suo significato religioso, ma anche perché va ad arricchire la Basilica mariana, considerata simbolo d’identità e di unità dei credenti del centro-sud, emblema dell’intero popolo italiano e casa di tutti, soprattutto di tanti poveri, che trovano accoglienza e sostegno nelle numerose opere sociali del Santuario.