Salerno e la sua provincia evidenziano un tasso di disoccupazione preoccupante. La cifra è anche nei lavoratori in povertà. Ovvero, guadagnano il minimo indispensabile per sopravvivere.
Un gran numero della fascia intermedia della società salernitana fa ricorso alla solidarietà della ‘Caritas’ e di altre simili associazioni spesso tra l’indifferenza generale.
Altro dato sconfortante è il numero dei giovani in cerca del primo lavoro. Viviamo una situazione critica che nel prosieguo del tempo, se non intervengono fattori novi finalizzati a far decrescere la disoccupazione, potrebbe riservarci brutte sorprese come proteste, scioperi, blocchi stradali.
E’ desolante, poi, leggere in ogni parte della città cartelli con la scritta “Chiuso”, “Cedesi attività”, “Fittasi”. Il riferimento è, naturalmente, al settore commercio e in generale al terziario.
Varrebbe, quindi, suonare oggi, 1° maggio della pandemia, la “marcia degli incazzati” più che quella dei lavoratori
Cosa ci riserva il futuro prossimo? Nessuno è in grado di poterlo sapere tranne il solito parolaio istituzionale o il politico per caso
di Enzo Todaro