Anche il 1 maggio 2021, come già lo scorso anno, arriva in un momento nevralgico della nostra vita, soprattutto per quanto riguarda il lavoro di molti di noi. Sicuramente il Covid-19 ha cambiato tante cose, in particolare ha sconvolto tutto il mondo del lavoro. Ora però è il momento della ripresa grazie anche alla campagna vaccinale che rappresenta il simbolo della speranza, che ci permetterà di ripartire e di uscire dalla pandemia.
Intanto non mi stanco mai di ringraziare i tantissimi lavoratori che hanno attraversato l’emergenza epidemiologica, con grande senso di responsabilità, tenendo in piedi un intero Paese. Penso alle lavoratrici e ai lavoratori, tantissimi in ogni comparto, che con abnegazione e senso di solidarietà non si sono mai fermati.
Mi vengono in mente molte professioni diverse fra loro, ma che hanno letteralmente sostenuto le nostre comunità: da una parte il personale sanitario, medici, infermieri, addetti alle pulizie, dall’altra gli operatori della logistica, i rider e i driver che hanno permesso gli approvvigionamenti essenziali e la consegna a casa a chi non poteva uscire.
Ma penso anche a tutti gli addetti della distribuzione alimentare e della grande distribuzione, alle forze dell’ordine, agli addetti al settore dei trasporti, ai lavoratori dell’agroalimentare, a tutto il lavoro pubblico, che anche in smart working ha continuato ad assicurare i servizi essenziali, agli insegnanti che con le loro lezioni on line hanno fatto i salti mortali per tenere viva l’attenzione dei loro studenti, senza lasciare nessuno indietro. E ancora moltissimi altri lavori che ci hanno consentito di vivere una vita con una parvenza di normalità.
Ma ovviamente penso anche ai tanti lavoratori che sono stati costretti a fermarsi, a bloccare le loro attività: tutti gli addetti alla ristorazione, al mondo della cultura e dello spettacolo, a tutto il comparto del turismo e del benessere, i commercianti e artigiani, e tutte quelle categorie che hanno sofferto moltissimo, in alcuni casi, perdendo il proprio lavoro.
Maggio deve essere il mese della ripartenza di tutte le attività economiche. Attraverso i vaccini sarà possibile riprendere la circolazione e la mobilità, ma in sicurezza. È fondamentale rispettare le regole anti Covid-19 perché non possiamo permetterci di tornare indietro, dobbiamo andare avanti.
Da un Rapporto “Gli italiani e il lavoro dopo la grande emergenza” (della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro) presentato il 28 aprile scorso, emerge che più della metà dei lavoratori italiani avverte senso di stanchezza, stress e preoccupazione per le incognite del prossimo futuro.
Solo il 14,3% si dichiara pronto a ripartire. A metà dello scorso mese erano 1,8 milione gli occupati che non lavoravano, perché interessati da sospensioni di attività o cassa integrazione, di cui 800 mila fermi da più di tre mesi. A questo numero, si aggiungono 2,6 milioni di dipendenti che vedevano a forte rischio il proprio futuro lavorativo sull’onda dello sblocco dei licenziamenti.
Dunque questo 1 maggio ci deve vedere impegnati non solo in una ripartenza generica delle attività, ma nel riconoscere la centralità di lavoro e persone che lavorano, cioè lavoratori.
Il virus ha dimostrato con crudele evidenza che il profitto non deve essere il focus principale nelle nostre scelte. Sono le persone il nostro centro, gli esseri umani. Lo sviluppo basato sulla finanza e sulla crescente disuguaglianza non è sostenibile né per l’uomo né per la natura. Sui nostri territori, nei nostri comuni, abbiamo cercato di combattere non solo l’emergenza sanitaria, ma anche l’enorme emergenza economica e sociale che ne è derivata. È ora di ripartire da qui, stringendoci intorno alle nostre comunità locali per ridare forza e fiducia alla nostra gente. Nessuno deve essere lasciato solo.
La nostra bellissima provincia riparte e lo deve fare con una nuova visione comune, fondata su fratellanza e solidarietà, oltre che su sicurezza. Dobbiamo costruire un mondo diverso in cui il lavoro e le persone, siano il centro della nostra attività politica.
Ce lo hanno insegnato proprio quei lavoratori che non si sono mai fermati nonostante tutto o quelli che si sono dovuti fermare per dovere. È questa la politica del servizio, questo deve essere il nostro ruolo di politici se vogliamo veramente cambiare qualcosa. La Provincia di Salerno si muove in questa direzione, vicino ai lavoratori prima di tutto.
Buon 1 maggio a tutti da parte mia e dell’Amministrazione provinciale.
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