All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, il commissario provinciale Giuseppe Fabbricatore, il consigliere comunale Piero Damiano Stasi, la portavoce cittadina Elena Criscuolo, la dirigente nazionale Imma Vietri, il vice coordinatore provinciale Gherardo Marenghi, il dirigente e il responsabile cittadino di Gioventù nazionale Paolo Caroccia e Gerardo Tafuri.
«Ogni giorno ci viene riportato un bollettino con le cifre della pandemia, ma ci sono altri numeri che il Governo sembra ignorare. Sono quelli – ha dichiarato il vice coordinatore provinciale Marenghi – delle ripercussioni che l’emergenza Covid-19 ha avuto sul nostro tessuto lavorativo: il -4,1% del crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020, il +5,4 dell’aumento di inattivi tra i 15 e i 64 anni e il -14,8% di partite Iva che registra la chiusura di 390mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi».
«Altri numeri mostrano in quale direzione la crisi abbia colpito in maniera forte. L’occupazione femminile ha registrato un calo di 402mila posti. Da febbraio a oggi, inoltre, hanno perso il posto di lavoro ben 159mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni, aggravando la situazione dell’occupazione giovanile per la quale l’Italia era già in grave ritardo rispetto all’Europa», ha aggiunto Tafuri.
«La scelta di tenere questa manifestazione nel centro storico della città ha un valore fortemente simbolico. Qui la crisi economica seguita alla pandemia – hanno dichiarato il consigliere comunale Stasi e la portavoce cittadina Criscuolo – ha il volto delle saracinesche abbassate delle tante attività commerciali e artigianali che hanno dovuto chiudere. Il centro storico, inoltre, è uno dei principali attrattori turistici di Salerno e vogliamo evidenziare come proprio il turismo rappresenti uno dei comparti più penalizzati». Penalizzato al punto da diventare, insieme ad altri settori economici, una sorta di fantasma.
«Nel turismo si è verificato un calo di fatturato che sfiora il 90% con 13,5 miliardi di euro bruciati. Lo stesso discorso vale per l’intrattenimento, la ristorazione e il comparto delle palestre e del tempo libero.
Anche qui ci sono cifre – ha affermato la dirigente Vietri – che fanno tremare le vene ai polsi. Penso alle produzioni culturali: dal settore cinematografico a quello teatrale, le perdite registrate superano il 70%, per arrivare addirittura all’83,19% del settore dei concerti. Si tratta di attività che danno lavoro a migliaia di famiglie, le quali ormai da oltre un anno vivono in condizioni di grave difficoltà».
«L’Italia non ha bisogno di misure di cui non si comprende la ratio e meno ancora l’efficacia, come il coprifuoco – ha concluso Fabbricatore – L’Italia ha bisogno di tornare a lavorare e di poterlo fare in sicurezza. Fratelli d’Italia è sempre stata al fianco delle imprese, delle partite Iva e dei tanti lavoratori colpiti duramente da questa crisi e spesso ignorati o mortificati dal Governo con ristori inadeguati ed erogati con grave ritardo. L’Italia deve ripartire e deve ripartire dal lavoro».