L’iniziativa rientra nell’ambito dei confronti avviati da Confindustria Salerno con le Istituzioni, al fine di sottoporre all’attenzione dei rappresentanti del territorio le istanze e le priorità delle aziende salernitane.
“Il dialogo con le Istituzioni è quanto mai doveroso e fondamentale in una fase così delicata del nostro Paese – sottolinea il Presidente di Confindustria Salerno, Antonio Ferraioli. Solo un’azione sinergica tra i rappresentati del territorio e le associazioni di categoria può determinare una più efficace opera di contrasto alle difficoltà del momento ed una pianificazione costruttiva delle opere necessarie allo sviluppo di Salerno e provincia.
Mi preme, infatti, sottolineare che, al di là di quanto contenuto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, riteniamo strategico un cambio di prospettiva nella fase operativa della gestione delle risorse. Per troppo tempo, in passato, abbiamo assistito al mancato utilizzo dei fondi o a tempi biblici di attuazione dei progetti. L’auspicio, dunque, è che tutto quanto ipotizzato trovi una fattiva e celere realizzazione.
Per fare ciò è necessaria un’opera di sburocratizzazione concreta e definitiva senza la quale sarà difficile la “ripresa” promessa dal Piano. Nello specifico osserviamo, altresì, l’importanza di affiancare alle grandi opere in esso contenute, le cosiddette infrastrutture di ultimo miglio, necessarie a rendere fruibili i benefici dei grandi investimenti per l’intero territorio salernitano.
E’ nella realizzazione di collegamenti viari tra porto e aree industriali, tra aeroporto e zone ad alta attrazione turistica che si completa l’opera di sviluppo. E’, inoltre, indispensabile, garantire le risorse per Industria 4.0 e la proroga del Superbonus, elementi fondamentali per consentire alle aziende di investire per lo sviluppo proprio e del territorio in cui operano.”
Recovery, Carfagna: «82 miliardi pochi? Sono quelli che il Sud può riuscire a spendere»
«Al Sud solo i soldi che riteniamo possa effettivamente riuscire a spendere». È quanto ha affermato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, nel corso della conferenza stampa, convocata dal deputato di Forza Italia Gigi Casciello nella sede di Confindustria Salerno.
«Per quanto riguarda gli 82 miliardi di euro del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) abbiamo fatto una scelta di concretezza – ha spiegato il ministro -. Abbiamo cioè deciso di destinare al Sud quella quota che il Sud riteniamo possa effettivamente spendere e assorbire nel giro di cinque anni». Parole che probabilmente faranno discutere, anche alla luce delle polemiche che sono scaturite all’indomani della ripartizione dei fondi e della presunta penalizzazione subita dal Mezzogiorno.
«I fondi del Pnrr – ha continuato il ministro – sono sottoposti a regole molto stringenti, molto severe e molto rigorose. L’Europa condiziona l’erogazione delle risorse alla verifica di un cronoprogramma molto dettagliato e molto stringente e anche all’attuazione di determinate riforme su cui siamo al lavoro a cominciare dalla riforma sulle semplificazioni, per continuare con quella che riguarderà la pubblica amministrazione e quella che riguarderà la giustizia e la concorrenza». L’esponente del Governo ha aggiunto che «di questi 82 miliardi di euro buona parte va naturalmente alla Campania».
Poi, sulla decurtazione delle risorse rispetto a quanto era stato ventilato all’inizio, Carfagna ha detto che «all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nella prima bozza approvata il 12 gennaio del 2021, non era previsto un capitolo Sud con degli interventi dettagliati. Abbiamo lavorato sin da subito per estrapolare dalle varie missioni del Piano gli interventi a favore del Mezzogiorno. Quando ci siamo resi conto che non erano del tutto soddisfacenti, abbiamo lavorato per potenziarli e per incrementare la cosiddetta quota Sud. Questo ci ha consentito di raggiungere una quota del 40% per un ammontare pari a 82 miliardi di euro – dice ancora – c’è chi ha detto ‘non basta’. Ma a questi 82 miliardi di euro si aggiungono altri fondi».
Considerando anche le altre misure e non solo il Pnrr, secondo Carfagna il totale delle risorse destinate al Sud sfiora i 220 miliardi di euro entro il 2030, tra cui anche i fondi destinati a completare l’Alta velocità sulla tratta Salerno-Reggio Calabria (9,4 miliardi di euro).