Novità per le pensioni: i
periodi non lavorati negli impieghi
part-time –
verticale o ciclico – sono
riconosciuti per intero dall’Inps nel calcolo dei requisiti di
anzianità lavorativa per l’accesso al diritto ai
contributi
Lo ha comunicato con la circolare 74 l’Inps, che adotta così la nuova modalità di calcolo dell’anzianità contributiva, introdotta dal 1° gennaio 2021 con la Legge di Bilancio
Una questione che riguarda nello specifico il settore privato, visto che nel pubblico per questo tipo di part time viene già riconosciuto l’intero anno ai fini dell’accesso alla pensione
Precedentemente la disciplina previdenziale prevedeva che il parametro di misurazione per i periodi da riconoscere fosse la “settimana retribuita”
Il numero dei contributi settimanali da accreditare ai fini delle prestazioni pensionistiche era pari a quello delle settimane dell’anno retribuite, per cui non era consentito l’accredito delle settimane prive di retribuzione
Anche l’attuale orientamento giurisprudenziale ha riconosciuto la necessità che il contratto part-time di tipo verticale o ciclico – caratterizzato dalla concentrazione dell’attività in alcune settimane del mese o per alcuni mesi dell’anno, alternata a periodi di non attività – sia equiparato alla generalità dei rapporti di lavoro part-time
In conclusione, spiega l’Istituto, in caso di rapporto di lavoro a tempo parziale, anche per le gestioni private, le settimane saranno valutate per intero, sempre ai fini dell’anzianità di diritto
Ferma restando comunque la condizione che la retribuzione accreditata sia pari all’importo minimale di retribuzione previsto per l’anno di riferimento
Diversamente, il numero di contributi riconosciuti sarà pari al rapporto tra l’imponibile retributivo annuo e il minimale settimanale pensionistico in vigore nello stesso anno
Il riconoscimento vale per i rapporti di lavoro in essere al momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina e per tutta la durata degli stessi, ma anche per i rapporti di lavoro esauriti prima di tale data
“Si tratta di una riforma attesa e quanto mai giusta”, afferma il presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, soprattutto per le donne che devono affrontare periodi di attività ridotta per motivi legati alla maternità o per tutti coloro che abbiano altre esigenze di conciliazione lavoro-famiglia”
“L’Inps – ha aggiunto Tridico – si è fatto parte attiva per il superamento dell’iniqua sperequazione tra lavoratori rispetto al loro futuro pensionistico anche al fine di agevolare le possibili scelte degli individui nelle diverse fasi della propria vita”