Vittoria dell’Unione Nazionale Consumatori contro uno dei tanti comuni campani, della provincia di Caserta, che pretende dai propri cittadini il pagamento di bollette dell’acqua ormai prescritte, essendo relative agli anni 2015, 2016 e 2017, a fronte di una legge, la n. 205/2017 che prevede, per le fatture con scadenza successiva al 1° gennaio 2020, la prescrizione dopo 2 anni dall’emissione.
Lo Sportello del consumatore di Arera, l’Autority competente in materia, gestito da Acquirente Unico, non solo ha ribadito che le bollette sono prescritte, chiedendo l’applicazione delle misure conseguenti, ma ha richiesto al Comune di Prata Sannita, entro 20 giorni, anche l’erogazione, per via del mancato rispetto delle prescrizioni, di un indennizzo automatico pari a 90 euro da corrispondere ad ogni singolo consumatore ricorrente (quasi 200), oltre a minimo 30 euro in caso di mancata risposta ai vecchi reclami relativi alla prescrizione, e, infine, 30 euro per ogni anno in cui gli utenti non hanno ricevuto le due bollette all’anno che Arera pretende dai gestori come standard minimo di qualità, ossia dal 2017 al 2020.
“Una vittoria su tutta la linea. E’ incredibile che un comune che dovrebbe fare gli interessi dei suoi concittadini, ignori le leggi dello stato italiano e neghi i loro diritti” afferma l’avv. Ivana Russo, dell’Unione Nazionale Consumatori che sta seguendo la vicenda.
“Ora dovrà indennizzare ogni consumatore che ha presentato reclamo con un minimo di 90 euro, che potrebbero però arrivare anche a 240 euro a testa. Una scoppola non indifferente che graverà su tutta la collettività. Per questo ci riserviamo di presentare anche un esposto alla Corte dei Conti, perché accerti se vi sia stato un danno erariale, sia per il mancato introito delle fatture inviate con anni di ritardo, sia rispetto a questa spesa aggiuntiva dovuta solo all’ostinazione con cui sono stati negati i diritti sacrosanti dei consumatori” conclude Russo.
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