Dopo il saluto di benvenuto del presidente Dino Bruno è stato Generoso Andria, vicepresidente del Rotary Club Salerno Est e presidente onorario del Giffoni Film Festival, a introdurre Gubitosi e a ripercorrere i mille ricordi legati al Festival. “Una fiaba in cui noi abbiamo sempre creduto – ha precisato – i periodi iniziali non sono stati facili, ma la pazienza e la tenacia di Claudio hanno permesso che si creasse qualcosa di straordinario ogni anno.
Nella cura dell’aspetto economico io, e in quello creativo lui, abbiamo avuto anche delle discussioni, ma le scelte del direttore poi si sono rivelate tutte giuste. Ci univa l’amore per la manifestazione: le nostre divergenze si ricomponevano quando dovevamo difendere il festival. Tutto cambiò grazie a Truffaut – ha concluso il presidente onorario di Giffoni – che definì il nostro festival il più necessario”.
Quattro i principi fondamentali su cui vive Giffoni, la macchina perfetta di Gubitosi: occupazione vera e formazione continua, destagionalizzazione, internalizzazione e sviluppo economico.
“Non parlo del passato – ha esordito il direttore Claudio Gubitosi – ci sono pagine che sono solo nostre: emozioni, problematiche, crisi. Vi anticipo il presente che per me è già futuro. La parola chiave è ri-evoluzione: una rivoluzione della normale evoluzione di Giffoni. Distruzione e rielaborazione, mettere in moto nuove energie. La ripresa deve essere utile e dobbiamo avere ben chiaro a chi ci rivolgiamo. Non ci si riprende facendo le stesse cose del 2019. Abbiamo iniziato già l’anno scorso, facendo un festival unico durante un periodo difficilissimo, abbiamo insegnato a reagire, ora dobbiamo riconoscere la nostra funzione e farlo con la determinazione e la passione di sempre”.
Presto Giffoni diventerà un polo di eccellenza per i giovani e il cinema: in cantiere, oltre all’Arena per spettacoli e concerti e una nuova sala cinematografica, anche degli Studios, in cui i giovani potranno seguire corsi di sceneggiatura, documentari e serie animate. E un progetto per consentire a 400 studenti universitari di studiare direttamente a Giffoni.
“Dobbiamo osare e fare grandi progetti – ha continuato Gubitosi – Dare la possibilità agli investitori di credere nel territorio, formare i giovani e tenerli qui, non farli andare via. Tutto questo è possibile solo credendo nella cultura, con un preciso modello organizzativo, qualità dei progetti, competenza dei team di lavoro”.
Intanto la spinta sul territorio si concretizza con due appuntamenti fondamentali: l’11 giugno, infatti, circa 200 direttori provenienti dai festival cinematografici di tutta Italia verranno ospitati a Giffoni per fare il punto sul futuro del cinema e della cultura, mentre il 24 giugno si terrà il Giffoni Day: per un giorno intero migliaia di ragazzi e ragazze provenienti da otto regioni italiane, oltre la Campania, si racconteranno in un evento live che si concluderà con la presentazione in anteprima mondiale del docufilm dedicato al Festival.
“È complicato parlare del festival – ha continuato Gubitosi – l’edizione di quest’anno, la 51esima, coincide con il mio 70esimo anno di vita. Ci sono soddisfazioni e dolori, ma bisogna guardare con affetto al passato e tornare sempre a quel sabato, era il 20 novembre 1970 quando tutto, grazie a una intuizione, cominciò. Giffoni è indistruttibile!”.
L’incontro si è concluso con le parole d’affetto di tutti i soci del club. “Portiamo Giffoni nel cuore – ha detto Antonio Brando – Claudio è un visionario, si pone davanti a sfide continue, il suo entusiasmo è sempre più forte”.
“Claudio è una persona straordinaria – ha ribadito il direttore Bruno – come l’animo dei giovani sa adattarsi a tutto quello che accade. Coinvolgere i ragazzi in una avventura straordinaria che dura da cinquant’ anni e che avrà un futuro ancora più roseo”.
“Claudio sa guardare lontano – ha spiegato in conclusione Giuseppe Blasi – Lui ha 18 anni non 70. Vive il tempo e lo sa far vivere”.
La promessa è rivedersi appena possibile tutti in presenza a Giffoni. “Per guardare insieme il film che racconta la nostra storia – cha concluso Gubitosi – attraverso chi gli occhi, le parole, lo stupore di chi l’ha vissuta: i nostri ragazzi”.