A proclamare la nuova protesta, dopo quelle dell’8 febbraio e del 26 marzo scorsi, sono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna “per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro scaduto da più di tre anni”.
“Sempre il 1 giugno – annunciano le organizzazioni sindacali – sarà organizzato, a sostegno dello sciopero di 24 ore, anche un presidio a Roma, dalle 10 presso il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, per portare all’attenzione del Governo le responsabilità delle rappresentanze delle aziende, Anav, Asstra e Agens oltreché delle circa 900 aziende interessate.
Sono responsabili di non voler riconoscere il diritto al rinnovo del ccnl, nonostante, con i diversi provvedimenti legislativi che si sono susseguiti per fronteggiare gli impatti negativi della pandemia sulla domanda di mobilità, siano stati stanziati in favore delle aziende circa 2,8 miliardi di euro, a copertura dei mancati ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio”.
“Rivendichiamo con forza per autoferrotranvieri e internavigatori – concludono – il legittimo diritto al riconoscimento economico relativo al triennio 2018-2020 e al rinnovo del contratto, scaduto. Inoltre si deve procedere ad un reale ammodernamento delle norme contrattuali, per superare bassi salari e garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso una profonda riforma del settore, che favorisca le aggregazioni delle aziende esistenti, per uno sviluppo del settore che elimini diseconomie, inefficienze, sprechi, aumentando la qualità del servizio e del lavoro”.