Vaccini, Pregliasco: “Con la variante indiana si finisce più facilmente in ospedale”
Secondo l’esperto, “nel Regno Unito il 75% della casistica è collegata alla variante indiana. Noi siamo un po’ più distanti, ma abbiamo già visto cosa è successo con la variante inglese che ormai è diventata dominante anche nel nostro Paese. È il virus che circola. Dobbiamo approfondire quanto ci dicono gli inglesi, e cioè che questa mutazione comporterebbe un rischio maggiore di avere complicanze con un eventuale aumento delle ospedalizzazioni, che è un elemento che non piace”. “Un po’ più di cattiveria rispetto agli altri ceppi virali la variante indiana ce l’ha – ha specificato Pregliasco -. Ho letto poco fa un articolo basato su dati inglesi secondo cui su 38.805 casi sequenziati è associato un rischio di ospedalizzazione 2,61 volte maggiore entro 14 giorni dal contagio rispetto alla variante del Kent”. “Bisogna accelerare tantissimo la campagna di vaccinazione, è fondamentale. Più riduciamo lo spazio al virus meno ci complichiamo la vita oltre a ridurre il suo arrivo o quanto meno gli effetti pesanti che può avere mantenendo uno schema non troppo prolungato di richiamo. L’intervallo che c’è ora tra una dose e l’altra, sia per quanto riguarda Pfizer e Moderna che AstraZeneca, a mio avviso è una mediazione opportuna per aumentare la platea dei vaccinati senza ritardare la piena protezione”.
Fonte: Fanpage