I plurimi elementi indiziari acquisiti nell’indagine, segnata da riscontri sul campo costantemente vagliati dalla Procura Nocerina, lasciano ritenere che il materiale alimentare sequestrato sia largamente interessato dalla contaminazione di pesticidi, presenti in misura maggiore a quanto normativamente consentito, sussistendo così il concreto rischio di nocività per la salute umana. La merce era stoccata in migliaia di fusti metallici contenenti ognuno mediamente 250 kg di prodotto, in attesa di essere lavorata e confezionata, solitamente in barattoli e tubetti di diversi formati, per essere successivamente collocata sul mercato – prevalentemente estero – sempre come doppio o triplo concentrato di pomodoro. L’ingente materiale sequestrato è ciò che residua di una partita di semilavorato ben più cospicua; infatti è stato accertato che già alcune centinaia di tonnellate sono state commercializzate in Paesi Ue ed extra Ue.
Campioni del materiale in sequestro sono stati inviati per le analisi presso laboratori specializzati. Per le condotte rilevate, i titolari dell’azienda, i fratelli A.P. e A.D., sono stati denunciati sia per frode in commercio (la fattispecie applicata tende difatti a tutelare l’interesse concernente l’ordine economico in relazione alla lealtà e alla moralità del commercio, assicurando così la buona fede negli scambi commerciali), che per commercio di sostanze alimentari nocive. L’operazione “Scarlatto due”, condotta in un’area tradizionalmente dedita alla trasformazione alimentare conserviera, con il supporto dell’Arma Territoriale e Forestale della Campania, si inquadra in una più estesa campagna di prevenzione e repressione delle condotte illecite nel comparto agroalimentare, settore trainante dell’economia nazionale ed ancor più rilevante nel periodo emergenziale. Essa segue di poche settimane un’altra significativa attività investigativa condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, (operazione “Scarlatto”), sempre nel settore conserviero ed a protezione degli interessi dei consumatori, che ha visto il sequestro di migliaia di tonnellate di concentrato di pomodoro di provenienza estera, fraudolentemente inserito nel ciclo produttivo per realizzare conserve alimentari illecitamente commercializzate come “pomodoro 100% toscano”.
Ovviamente sapere il nome dell’azienda che voleva contribuire a farci fuori prima del tempo è pura utopia: Bisogna garantire tutti tranne i consumatori