E quanto si legge in una nota diffusa dall’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali). “La stessa fiducia – prosegue il comunicato – va, naturalmente, riposta nell’azienda coinvolta che avrà sicuramente l’opportunità di fare piena luce sulla vicenda.
Ci auguriamo che i campioni vengano analizzati rapidamente in modo che tutto possa concludersi in tempi brevi al fine di evitare ogni speculazione che, come purtroppo spesso accade, dando per scontati esiti ancora in corso di accertamento senza attendere i risultati delle indagini e dei riscontri scientifici, rischiano di avviare pericolosi processi mediatici che gettano una cattiva luce su tutto il comparto della trasformazione del pomodoro”.
L’Anicav “rinnova il suo totale impegno a favore della massima trasparenza a tutela della salute dei consumatori, così come testimoniato nel corso degli anni anche dalle posizioni assunte a sostegno dell’introduzione dell’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro e dal lavoro che stiamo portando avanti in sinergia con la Stazione
Sperimentale delle Conserve – e che auspichiamo possa essere completato in tempi brevi – per la caratterizzazione dei macro e micro elementi minerali presenti nel pomodoro finalizzato all’identificazione della zona d’origine dei derivati che, una volta implementato, potrà rappresentare un fondamentale strumento a difesa delle nostre produzioni e a tutela del consumatore finale”.