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Campania a ministero: “Non c’è sicurezza per dosi combinate”

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L’Unità di Crisi della Regione Campania sul covid19 ha inviato ieri una lettera al ministero della sanità chiedendo indicazioni e esponendo alcune considerazioni sul caso di Astrazeneca.

Nella missiva si spiega che “sussistono ancora dubbi in merito a potenziali rischi connessi all’uso dei vaccini da adenovirus virale in qualsiasi fascia di età e si rafforza l’esigenza di maggiore chiarezza dei pareri del CTS, nei quali, allo stato, si rinvengono mere ‘raccomandazioni’ sull’uso dei vaccini.

Non sembra, inoltre, ancora sufficientemente chiaro l’effettiva ricorribilità, in condizioni di sicurezza, alla cd. “vaccinazione combinata”, che pure viene prospettata, la quale porrebbe comunque problemi di attuazione in sede di somministrazione della terza dose, la cui necessità è oggi data come probabile dalle stesse case produttrici”. L’Unità di Crisi sottolinea che sul ‘mixed-eterologo’ dei vaccini “l’attuale letteratura scientifica non appare aver ancora assunto una posizione univoca.

Sono attualmente disponibili 2 studi: lo studio spagnolo CombivacS trial, che ha arruolato 663 persone (18-59) che dopo una prima dose di vaccino Oxford-Vaxzevria, hanno ricevuto una seconda dose a 8 settimane con il vaccino ad mRNA di Pfizer-Biontech riscontrando buoni risultati in termini di efficacia e sicurezza con una tipologia di eventi avversi di grado non severo e gestibili ambulatorialmente; lo studio UK based Combi-CoV (Pfizer-Biontech boost dopo prima dose Vaxzevria), che ha dimostrato, in un’analisi ad interim che su una popolazione over 50, un aumento della reattogenicità sistemica dopo la dose boost riportata dai partecipanti ai programmi vaccinali eterologhi rispetto ai programmi vaccinali omologhi, e questo è stato accompagnato da un aumento dell’uso di paracetamolo.

Da notare che questi dati sono stati ottenuti in partecipanti di età pari o superiore a 50 anni e che gli autori affermano che la reattogenicità potrebbe essere maggiore nei gruppi di età più giovani. I dati riferiti, oggettivamente discordanti in merito alla reattogenicità di un tale strategia combinata, sembrano deporre per una certa cautela nell’approcciarsi troppo velocemente ad una strategia di vaccinazione eterologa.

In particolare, somministrare alle persone la prima e la seconda dose di vaccini diversi probabilmente potrebbe avere un senso, ma sulla base dei dati ad oggi disponibili non sembrano sussistere margini idonei di affidabilità e sicurezza per la cittadinanza”.

Nella lettera l’Unità di Crisi avvisa il ministero che attuerà le azioni precauzionali di stop prime dosi di vaccino a vettori virali, per tutte e fasce di età, proseguendo con Pfizer e Moderna e consentendo la seconda dose di Vaxzevria, esclusivamente ove di età superiore ai 60 anni.

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