Potranno ora iscriversi e avere il vaccino anti-covid, gli extracomunitari che hanno fatto richiesta di asilo politico e sono in attesa di ricevere il responso ma che hanno un codice fiscale temporaneo, quelli il cui permesso di soggiorno è scaduto o che non lo hanno, e che possono richiedere al distretto sanitario, dopo aver dichiarato un domicilio nel Casertano, una tessera provvisoria (Stp, ovvero il tesserino per stranieri temporaneamente presenti); ci sono poi quelli che hanno fatto richiesta di sanatoria.
La stessa facoltà è riconosciuta anche ai lavoratori comunitari senza residenza e contratto di lavoro, che possono richiedere il tesserino Eni (Europei non iscritti). Nel Casertano, calcola l’Asl, sarebbero tra i 25mila e i 30mila gli stranieri non regolari da vaccinare, comprendendo anche i lavoratori stagionali, impegnati soprattutto nell’agricoltura; la maggior parte vive nell’area di Castel Volturno.
L’Asl di Caserta aveva organizzato per oggi e domani una due giorni dedicata proprio alla vaccinazione degli stranieri, cui sarebbe stato somministrato il vaccino monodose Johnson& Johnson, ma ha dovuto sospendere l’operazione per la decisione della Regione di non somministrare il vaccino americano insieme ad Astrazeneca.
“Avevamo pensato di somministrare il monodose – spiega il direttore generale dell’Asl di Caserta Ferdinando Russo – perché sarebbe stato più facile raggiungere la quasi totale immunità della popolazione straniera; molti sono stagionali, e sarebbe stato complicato richiamarli per la seconda dose.
Per procedere attenderemo ora le indicazioni precise provenienti dal Governo” conclude Russo. Già nei giorni scorsi, prima che la piattaforma fosse adeguata, l’Asl di Caserta aveva avviato un’interlocuzione con associazioni che si occupano di immigrati, come Emergency e Centro sociale Ex Canapificio, che avevano inviato una serie di elenchi, ma con poche persone.
L’adeguamento della piattaforma per i vaccini permette ora di intercettare una vasta popolazione di stranieri non regolari, tra cui rientrano tanti lavoratori come badanti, braccianti agricoli, muratori, che operano “in nero” e che possono ammalarsi in ogni momento.
“Con l’adeguamento della piattaforma regionale aperta a tutta la popolazione – spiega Mimma D’Amico del Centro sociale Ex Canapificio – abbiamo uno strumento in più, per raggiungere l’immunità di gregge; c’è inoltre bisogno di creare una rete sociale e istituzionale forte e capillare” conclude.
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