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Variante Delta in GB: Johnson rinvia riaperture di un mese

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Il premier britannico Boris Johnson ha deciso di rinviare le riaperture — previste per il 21 giugno — a causa della diffusione della variante Delta (la ex variante «indiana»). Il Freedom Day — il giorno che nel Regno Unito doveva segnare la fine delle restrizioni dopo la lunga pandemia — slitta. Il 21 giugno il paese non tornerà alla normalità. Per la riapertura bisognerà attendere circa un mese, sino al 19 luglio. Lo ha annunciato oggi Boris Johnson confermando indiscrezioni che circolavano da giorni sui mezzi d’informazione. Durante la conferenza stampa Johnson ha commesso una piccola gaffe sbagliando la seconda volta la data (29 luglio invece che 19). «Dobbiamo aspettare ancora un po’», ha precisato Johnson a Downing Street, indicando che nel giro di quattro settimane due terzi della popolazione adulta avrà ricevuto due dosi del vaccino e si potrà procedere senza il timore di dover reintrodurre restrizioni e lockdown parziali.
Johnson ha aggiunto con una nota di cauzione che «non possiamo eliminare il Covid del tutto, dobbiamo imparare e convivere con il virus». La colpa è della variante Delta, identificata per la prima volta in India. «Si sta diffondendo più velocemente delle previsioni», ha sottolineato. I dati non gli hanno lasciato scelta, ha precisato. Nella giornata di lunedì nel Regno Unito sono stati registrati 7,742 nuovi casi di Covid e tre decessi. La media degli ultimi sette giorni indica un incremento del 46% rispetto alla settimana precedente. Se la tendenza continuerà, ora del 21 giugno con le misure restrittive attualmente in vigore la media di casi di positività prevista è di 15.000 al giorno. Sono in aumento anche i ricoveri, del 50% ogni settimana nella zona centrale e meridionale del paese e del 61% nel nord.

 

In senso pratico, l’annuncio di oggi vuol dire che i cittadini dovranno continuare a limitare a sei persone, o due nuclei familiari, gli assembramenti al chiuso, che pub, ristoranti, bar, teatri, musei, cinema e sale da concerto saranno costretti a operare a capienza ridotta per rispettare le distanze di sicurezza e che i night rimarranno chiusi. Per la produttrice Sonia Friedland, che nel West End e negli USA ha portato spettacoli di enorme successo, come Harry Potter e la maledizione dell’erede, il ritardo significherà che molti artisti e piccoli teatri non riusciranno a sopravvivere. «Siamo a un punto di crisi profonda», ha sottolineato. Nel settore ospitalità lo slittamento della riapertura metterebbe a rischio altri 300.000 posti di lavoro. Luce verde invece per i matrimoni, che dal 21 giugno si potranno svolgere con più di 30 ospiti a patto che venga rispettato il distanziamento.

Lo speaker dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle, ha pesantemente criticato il premier per il modo in cui ha annunciato la decisione di ritardare la riapertura. «È totalmente inaccettabile che Downing Street non rispetti il lavoro del parlamento». Johnson, infatti, aveva inizialmente deciso di parlare al paese attraverso una conferenza stampa oggi, lunedì, e di presentarsi ai deputati per illustrare la nuova tabella di marcia solo domani. «Non è la prima volta che si comporta in questo modo», ha aggiunto Sir Lindsay, con toni decisamente alterati, preannunciando che se la situazione continuerà chiederà un incontro ufficiale con il premier. Hoyle ha insistito ad ottenuto che Downing Street mandasse Johnson o un ministro in parlamento stasera stessa.

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