“Noi – aggiunge Galli – dobbiamo sempre ricordare che la bestiaccia gira e che non possiamo sfuggire dai rischi di questa variante. E’ un’osservazione antipatica, ma qualcuno la deve pur fare”.
Sull’ipotesi di lasciare la possibilità di scelta per la seconda dose per gli under 60 ai quali è già stata somministrata una prima dose di vaccino AstraZeneca, Galli sostiene che far scegliere ai cittadini se fare la seconda dose con lo stesso o un altro vaccino, “francamente, mi sembra un po’ uno scaricabarile. Credo debbano invece indicarlo le autorità sanitarie. Altrimenti non si chiude più la partita”. Sul piano scientifico “il mix si può fare, anche se dati non ce ne sono molti”, aggiunge Galli.
Infine, commentando lo stop alla mascherina all’aperto in Francia dal 30 giugno, Galli non trova “utile mettersi a discutere sul ‘sì o no’ alla mascherina. Sappiamo che ci ha aiutato tanto. E i dati ci dicono che funziona. Fino a quando siamo messi così, prima di mollarla bisogna pensarci. Certo non la mettiamo mentre mangiamo al ristorante o quando andiamo a fare il bagno, ma meglio avercela a portata di mano e usarla quando serve e con giudizio”. Purtroppo, sottolinea, “la questione della mascherina sta diventando un feticcio politico per ‘captatio benevolentiae’. La mascherina è uno strumento, è un device. Molto consigliabile, in ogni caso, alle persone più fragili che devono affrontare situazioni in cui ci siano più persone”, conclude.