Queste ultime misure sono dovute all’avanzare della variante delta, conosciuta anche come variante indiana, che non solo in questi mesi ha messo KO il sud est asiatico ma anche la Gran Bretagna. Secondo i dati analizzati dai ricercatori, la variante indiana è la forma predominante di coronavirus pandemico circolante nel Regno Unito e si ritiene che sia del 60% più contagiosa di quella inglese.
Anche in Italia si sono verificati i primi casi di variante e per questo motivo la Fondazione Gimbe ha diffuso i dati sulle regioni italiane più colpite da questo nuovo ceppo del virus. “Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante delta è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%).
Queste ultime misure sono dovute all’avanzare della variante delta, conosciuta anche come variante indiana, che non solo in questi mesi ha messo KO il sud est asiatico ma anche la Gran Bretagna. Secondo i dati analizzati dai ricercatori, la variante indiana è la forma predominante di coronavirus pandemico circolante nel Regno Unito e si ritiene che sia del 60% più contagiosa di quella inglese.
Anche in Italia si sono verificati i primi casi di variante e per questo motivo la Fondazione Gimbe ha diffuso i dati sulle regioni italiane più colpite da questo nuovo ceppo del virus. “Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante delta è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra in Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%) e Lombardia (2,5%).
“Ho firmato una nuova ordinanza che:
1) consente l’ingresso dai Paesi dell’Unione Europea e da Stati Uniti, Canada e Giappone con i requisiti del Certificato Verde;
2) prolunga le misure di divieto di ingresso da India, Bangladesh e Sri Lanka;
3) introduce una quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna“.
Il tampone e la quarantena non servono a nulla anche perchè il primo non è rapido, mentre la quarantena c’è la possibilità che la persona non la rispetti. Ci vuole un genio per chiudere le frontiere alla gran bretagna? Per chi dice “ci vado per lavoro”, a questo punto restaci pure e non mettere in pericolo gli Italiani.