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I pediatri raccomandano la vaccinazione anti Covid per i ragazzi

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“Si raccomanda, in linea con le vigenti raccomandazioni ministeriali, la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni privi di controindicazioni per gli specifici vaccini autorizzati per età”. È questa la prima raccomandazione che la Sip, la Società italiana di pediatria, ha condiviso sulla questione relativa alla somministrazione del vaccino contro il Coronavirus per la fascia pediatrica e adolescenziale, per la quale è stato approvato al momento a livello europeo l’uso del vaccino Pfizer.

Entro l’inizio del mese di luglio dovrebbe arrivare l’ok dell’Ema anche per il vaccino Moderna. Dunque, il consiglio è quello di rendere immuni i teenager anche se è raro che questi soggetti possano sviluppare la forma della grave della malattia.

Come spiega il consiglio direttivo della Sip nel documento in questione, “Nel nostro Paese dei 4,2 milioni di casi di infezione da Sars-Cov-2, 638mila casi hanno colpito gli under 19 causando 26 decessi. Il 5,5%, ovvero 231.338 casi, ha riguardato bambini tra 0 e 9 anni con 11 morti; il 9,6%, cioè 406.460 casi, la fascia di 10-19 anni di età con 15 decessi.

Anche se la fascia pediatrica dai 12 anni in su risulta essere tra quelle meno colpite dal Sars-CoV2, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato in tale fascia di età la presenza di gravi complicanze renali o di complicanze multisistemiche, anche al di là della ben codificata MIS-C, conseguenti ad un’infezione pauci o asintomatica da SARS-CoV-2, come sta emergendo per l’adulto”.

Inoltre, sempre per i pediatri hanno sottolineato che “in termini di sanità pubblica, la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione. Per questo, seppur l’obbiettivo primario della vaccinazione è quello di non sviluppare la malattia, l’opportunità di implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso.

Inoltre la tempestività del raggiungimento delle alte coperture vaccinali nelle fasce pediatriche ed adolescenziali permetterà anche di beneficiare di una prossima apertura dell’anno scolastico in sicurezza”.

Da qui la conclusione che “per quanto attiene la strategia dell’implementazione dell’offerta vaccinale Covid-19 limitata solo a pazienti pediatrici con malattie pregresse, la Società Italiana di Pediatria, pur condividendo la priorità vaccinale per tali tipologie di categorie a rischio, non ritiene tale approccio valido ed efficace per contrastare l’attuale pandemia, che necessita piuttosto di un intervento vaccinale globale, in tutte le età e in tutti i Paesi del mondo”.

Tra le varie cose, viene raccomandato anche in caso di minore con anamnesi di pregressa infezione da SARS-CoV-2, un intervallo di almeno 90 giorni tra la diagnosi di positività o la somministrazione di eventuali anticorpi monoclonali e la prima somministrazione del vaccino Covid-19, di non prescrivere farmaci finalizzati alla prevenzione degli eventuali eventi avversi postvaccinici, di ribadire con forza agli adolescenti ed alle loro famiglie il valore del continuo e costante rispetto delle norme per il contenimento e la diffusione del SARS-CoV-2, anche dopo vaccinazione e fino a quando non verranno formalizzate specifiche indicazioni da parte degli Enti regolatori nazionali.

Fonte: www.fanpage.it

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