Resta l’obbligo in caso di assembramenti
Il Cts trova la quadra dopo un confronto durato oltre due ore. Secondo gli esperti sarebbe opportuno comunque mantenere il distanziamento, se non si è congiunti, e la mascherina andrà comunque indossata nei luoghi a rischio assembramento all’aperto così come sui mezzi di trasporto, ma non quando si è a tavola. Sulla decisione ha influito anche la percentuale di vaccini somministrati in Italia.
Il nodo discoteche
Resta ora da affrontare l’ultimo tema su cui ancora non sono stati forniti un parere, né una data: la questione sulla riapertura delle discoteche potrebbe essere affrontata nei prossimi giorni e, mentre sembra scontato l’accesso solo con green pass in locali soltanto all’aperto, resta il nodo sull’utilizzo della mascherina una volta entrati.
“Ovunque ci sono assembramenti e feste abusive in locali e lidi. Se non avremo una data di riapertura entro l’inizio di luglio, consegneremo le licenze e saremo costretti a comportarci da abusivi anche noi pur di lavorare – protesta il presidente del Silb, il sindacato dei gestori di sale da ballo -. Se ritardano la nostra apertura togliendoci altri dieci giorni di lavoro da luglio, ci costringono a non ripartire”.
Partono le sospensioni per gli operatori sanitari “no-vax”
Intanto le aziende sanitarie di varie Regioni hanno avviato le prime procedure per la sospensione degli operatori sanitari non vaccinati contro il Covid. Si tratta di medici, infermieri, operatori delle varie professioni sanitarie e assistenti socio-sanitari per i quali la legge prevede l’obbligo vaccinale quale requisito per l’esercizio della professione.
Ad oggi, secondo le stime della struttura commissariale per l’emergenza Covid, l’esercito di operatori ‘no-vax’ conterebbe oltre 45mila professionisti, dei quali però solo lo 0,2% – precisano i sindacati di categoria – è rappresentato da medici.
Più precisamente, secondo il report settimanale della struttura Commissariale, sono 45.753, tra medici, infermieri e personale sanitario in generale, i professionisti della sanità non ancora vaccinati in Italia: si tratta del 2,36% della categoria. In Emilia Romagna la situazione più critica, con il 7,87% degli operatori sanitari non vaccinati.
“Abbiamo dato oggi indicazioni a tutti gli ordini che, in presenza di un accertamento da parte della Asl di operatori sanitari e medici non vaccinati, si provveda ope legis alla sospensione del medico e alla sua attività finché lo stesso non avrà effettuato la vaccinazione anti-Covid e comunque non oltre il 31 dicembre”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli.