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Domani Italia in zona bianca ma lo spauracchio Delta può rovinare l’estate e non solo

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Da domani, poi, via la mascherina. E via libera alla stagione degli amori e del ritrovarsi. Con la consapevolezza che, quest’anno, qui con noi c’è anche la variante Delta, colpevole oggi di quasi il 17% dei contagi. Ma i positivi calano, i morti anche; le terapie intensive si liberano e il sole sta lì a ricordarci che c’è vita oltre il Covid, mentre il conteggio dei vaccinati sale, sale, sale. Tutto bene, dunque? Bah. Per ora, sì. Ma diversi fatti danno fiato alle Cassandre, a chi scuote la testa tuonando che: se continua così a ottobre ci chiudono di nuovo. E a chi vede avvicinarsi nuove zone rosse, magari limitate, come unico argine al diffondersi della Delta. Perché, una cosa sembra certa, Covid è qui per restare e le misure che permetteranno di renderla una malattia come tante, seppur grave, sono le vaccinazioni – a partire dagli over 60 che ancora numerosissimi (circa due milioni e mezzo) non hanno ricevuto nemmeno la prima dose – e il contenimento delle nuove varianti.

Prima tra tutte, la maledetta variante Delta. Più contagiosa, ci assicurano gli esperti. Velocissima, tanto che, stima il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Infezioni, ad agosto rappresenterà il 90% dei virus Sars circolanti in Europa. Ma anche, ha dichiarato la direttrice dell’Agenzia europea del farmaco, Emer Cooke, sensibile ai vaccini, che la stroncano, a patto, però, che si faccia la seconda dose. E notizia ci metterebbe tranquilli se non ci fosse stato il pasticcio AstraZeneca con quell’imbarazzante andirivieni di indicazioni che ha spaventato il Paese e ha indotto il Comitato tecnico scientifico a consigliare chi ha meno di 50 anni di cambiare vaccino.

La comunità scientifica è convinta che cambiare vaccino non indebolisca l’efficacia del cocktail, ma nei giorni scorsi sono sorti due problemi che rischiano di far saltare il banco. Innanzitutto, mancano le dosi di Pfizer e Moderna, a luglio ne dovrebbero arrivare 14 milioni ma, ora, le regioni sono in affanno. Non solo: molti italiani partono per le vacanze senza aver fatto la seconda dose con ciò mettendo a rischio se stessi e il piano che dovrebbe portarci oltre il Covid, perché senza la seconda dose la malattia potrebbe avere la meglio. Insomma, non siamo fuori. Sarebbe un disastro se i mesi estivi passassero cicaleggiando.

Sta a noi non farci prendere dai facili entusiasmi ed evitare i ben noti comportamenti a rischio, che oggi significano a rischio di variante Delta con tutte le sue incognite. Sta al governo tamponare il più possibile, sequenziare tutti (ma proprio tutti) i positivi, ritracciare gli over 60 non vaccinati e convincerli a fare la cosa giusta. E chiudere se necessario le zone sedi di focolai. Anche a Ferragosto.

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