Cagliari si distingue per essere una provincia a misura di bambino. Ravenna un luogo attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli anziani. Tre province molto diverse “vincono” la sfida della Qualità della vita declinata per i tre target generazionali, in base agli indicatori statistici selezionati dal Sole 24 Ore presentati per la prima volta nell’edizione di lunedì 28 giugno.
LA CITTA’ DI SALERNO
Salerno è al 101esimo posto su 107 province con un punteggio di 311,6 (Cagliari guida con 546,3). Peggio della nostra città solo Matera, Reggio Calabria, Catania, Pescara, Cosenza e Foggia.
Recupera posizioni invece per la classifica sui “Giovani” dove si posiziona al 62esimo posto ma è tra le più alte nell’indice di “disoccupazione giovanile” per la fascia tra i 15 e 29 anni collocandosi 21esima.
Nell’indicatore “Anziani” Salerno è 92esima: in 46^ pozione nell’indice “Speranza di vita a 65 anni” e 86^ nell “Importo medio delle pensioni di vecchiaia”.
GLI INDICATORI
Se per parlare di benessere in generale bisognerà aspettare la tradizionale classifica di fine anno, nel frattempo le tre nuove classifiche “generazionali” (ciascuna composta da 12 parametri) misurano con i numeri la vivibilità dei territorio per bambini, giovani e anziani.
Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti. Ne emerge un quadro nel quale, da Nord a Sud, i divari territoriali assumono purtroppo anche contorni generazionali.
Sud sul fondo, tre le province capofila
Mentre si conferma il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo delle graduatorie, è confrontando i singoli indicatori che si scoprono realtà locali complesse e sfaccettate. Basta fare alcuni esempi sulle tre province capofila.
Cagliari, ad esempio, primeggia per numero di pediatri attivi e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, offrendo il posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni. Ma scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani. Tuttavia, nella stessa provincia i residenti sotto i 10 anni sono diminuiti del 14% negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuta (+11%) la popolazione anziana.
Ravenna e Trento, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere rispettivamente in cima alle categorie giovani e anziani, si piazzano nella top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve.
Male le aree metropolitane
Nelle tre top ten, inoltre, pesa la quasi totale assenza delle grandi aree metropolitane, ad eccezione di Bologna (già prima per la Qualità della vita 2020) che guadagna l’ottavo posto per benessere dei giovani e il quinto per gli anziani. Milano e Roma appaiono solo nella top ten dedicata agli over 65 (rispettivamente in 10° e in 8° posizione), trainate dagli importi medi delle pensioni.
Per i bambini, invece, si piazzano rispettivamente 42a e 18a, penalizzate dal ridotto spazio abitativo (a Milano 50 mq in media per famiglia) e sprofondano al 76° e 106° posto per i giovani, anche a causa delle difficoltà di accesso alla casa ben rappresentate dagli affitti troppo elevati (la cui incidenza a Roma supera il 60% sul reddito medio dichiarato). Male per i giovani anche Napoli (103a), dove si aggiungono le performance negative nel tasso di disoccupazione giovanile e nella minore incidenza di laureati.
Le curiosità
La pandemia ha poi fatto esplodere le disuguaglianze, a volte anche i conflitti generazionali, così come le lacune di alcuni territori. Colpisce il numero medio di studenti per classe, che varia dai 14 di Trieste ai 25 di Parma. A conferma delle crescenti difficoltà per i giovani che vogliono mettere su famiglia, inoltre, il quoziente di nuzialità (più elevato a Bolzano, 3,2 ogni mille residenti) nel 2020 è crollato a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi. L’età media della madre al parto del primo figlio, infine, è risultata ovunque superiore ai 30 anni (più bassa a Siracusa, 30,7 anni).
fermo restando che è un dato provinciale e non cittadino, ma ci rendiamo conto che Salerno non offre niente di concreto per nessuno?
1- dove sono le aree verdi? esistono i parchi – ben due, attenzione – ma zone di passeggio circondati da un po’ di verde? niente! c’è il colle bellaria (masso della signora) che è abbandonato a sé stesso… anziché renderlo fruibile a tutti, installando una ringhiera di legno lungo tutto il perimetro, mettere delle panche con dei tavoli, renderlo vivibile a tutti?
2- trasporto su gomma? e di cosa parliamo? si fa polemica per spostare il deposito cittadino da Via Ligea a Via Vinciprova, ma non si parla dei tagli e delle corse soppresse (che si veda, ad esempio, l’articolo di salernonotizie di qualche giorno fa, che parlava della soppressione delle corse a Vietri sul Mare nei giorni festivi), dell’eliminazione della corsia preferenziale in città – e come la rimpiango… almeno i bus avevano la loro carreggiata e pace di dio
3- lavoro? l’importante è costruire ovunque, affidando i lavori a ditte che arrivano da fuori ed il gioco è fatto! il lavoro si spreca nei bar e nei localini dove poi ci si deve accontentare di poco e pure a nero, nella migliore delle ipotesi, paga e contributi per 4 ore ma lavoro vero anche di 10 o 11 ore alla volta…
4- traffico veicolare? esasperante… anziché rendere effettivamente funzionante il trasporto pubblico, puntiamo a far prendere l’auto a tutti e via, senza però avere aree parcheggio disponibili se non a prezzi allucinanti!
5- il mare? dipende da se e quando si ricordano di mettere in funzione il depuratore, altrimenti nisba, mare sporco e quindi vergognoso… ma poi a Salerno ci sono le spiagge bianche (articolo di oggi…)
chissà cosa succederà nei prossimi anni…
Salerno, città ospizio
Nel 1985, residenti a Salerno 156.000! Oggi 129.000. In 36 anni si sono perduti 37.000 residenti, cioè oltre 1.000 all’anno!!! Che sarà fra trent’anni? Intanto si continua con la cementificazione, unica attività fiorente in questa città che per il resto cade a pezzi!! Unica attività dell’amministrazione: varianti al piano urbanistico comunale per consentire la fiorente attività di cui detto!
Certo quando le cubature volano da 10.000 a 30.000 , i vincoli ambientali vengono rimossi dalla sera alla mattina e si lottizza per casermoni da 10 piani sempre sui suoli dei soliti noti ……….. se qualche magistrato più attento avesse seguito il filo dei soldi ,come insegnava Falcone, forse ci saremmo risparmiato il saccheggio ordito da questi lanzichenecchi,.
Ditelo a chi ci ha governato per 30 anni. Complimenti. Si costruiscono abitazioni a oltre 5.000 euro a mq per chi, scusate? Ovviamente non per le giovani coppie che non possono permettersele, ma unicamente per le finalità speculative di qualcuno. Come dice un cittadino salernitano la gente in 30 anni se n’è dovuta scappare, soprattutto alla ricerca di un lavoro “serio”
Secondo alcuni i paesi della provincia rovinano la posizione nella classifica.
Questi sono i salernitani…si illudono di vivere nella City, ma vivono in un grosso paesone dove i diritti e i doveri, vengono barattati tra gli amici degli amici, sia al governo, sia all’opposizione. Né più, né meno di come avviene nei paesi della nostra provincia
Il saccheggio di aree abbandonate e con l’amianto che faceva da padrone da oltre 60 anni.
Dai, smettetela che sei illegibili.
HAHAHA, però teniamo “i laureati” e dai commenti che leggo si vede :-)))))))