A partire dal solito ultimo rinvio a scadenza imminente, comunicato solo nella serata di ieri, del versamento delle imposte 2021 (saldo e acconto di IRPEF, IRES, IRAP e imposte sostitutive) deferito dal 30 giugno al 20 luglio, e anche quest’anno teoricamente disallineato dall’invio delle dichiarazioni dei redditi fissata al 30 novembre, ma la cui compilazione è evidentemente propedeutica al calcolo delle imposte stesse.
“Nonostante fosse nell’aria da settimane, si è aspettato il giorno prima della scadenza per comunicare la proroga dei versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi 2021 – sottolinea il presidente dell’ODCEC Salerno Salvatore Giordano – come al solito praticamente sul filo del rasoio e per concedere solo 20 giorni di tempo in più per pagare l’importo dovuto.
Ancora una volta, comunque, ci troviamo a lavorare nella situazione paradossale di due adempimenti strettamente correlati ma tecnicamente sfalsati. E nel mentre che Il MEF decretasse tale proroga, i professionisti erano e restano alle prese con la guida dell’Agenzia delle Entrate, ben 539 pagine di istruzioni divulgate con una circolare solo il 25 giugno, e soprattutto con le problematiche inerenti all’applicazione degli obblighi dichiarativi per i c.d. “Aiuti di Stato” e altri adempimenti a carico dei contribuenti”.
Sul tema aiuti di Stato, in particolare, Giordano evidenzia che “la misura è davvero colma”. “Basandosi sulla normativa pre-covid vigente, quando dunque i sostegni erano per lo più ‘eccezionali’ rispetto alla platea contribuente – spiega il presidente dei commercialisti salernitani – viene richiesto a tutti i percettori di bonus, agevolazioni e sostegni causa pandemia di riportarli in ripetute sedi dichiarative: apposito prospetto nel quadro RS del Modello Redditi PF (persone fisiche), Modelli IRAP per Società di Capitali, delle Società di Persone e assimilate, quadro RU per i titolari di partita IVA.
Solo per quest’ultimo quadro per ciascuna agevolazione va compilato un apposito modulo indicando il codice identificativo del bonus, l’ammontare del credito ricevuto e dell’eventuale credito residuo proveniente dalla dichiarazione dell’anno precedente nonché, infine, il credito spettante nel periodo di riferimento della dichiarazione.
La compilazione dei quadri RS e RU si rende obbligatoria anche nel caso in cui i singoli aiuti siano i medesimi e siano già stati indicati dai contribuenti in altri quadri del modello Redditi, pena l’illegittimità della fruizione dell’aiuto individuale ricevuto. Tenuto conto che sono ben 45 gli aiuti di Stato ai quali sono stati attribuiti i relativi codici numerici con abbinato il riferimento della norma che li ha singolarmente istituiti, è facile intuire come tutto ciò è in stringente contrasto con la Legge n.212/2000, il c.d. Statuto del Contribuente, che prevede sia tempestività e facile comprensione degli obblighi dichiarativi sia la semplificazione anche quantitativa degli stessi specie quando documenti e informazioni richiesti sono già in possesso dell’amministrazione finanziaria.
Che è proprio il caso dei bonus, sostegni, agevolazioni e contributi a fondo perduto, richiesti per istanze telematiche ed elargiti in questo anno e mezzo di pandemia, assolutamente già conosciuti dall’Agenzia delle Entrate che, nonostante ciò, chiede siano riportati in più quadri dei Modelli dichiarativi e senza alcun scopo di determinazione di imposte da versare, data la loro totale esenzione da qualsiasi tassazione”.
Richiamando proprio due punti centrali dello Statuto del Contribuente, che prevede che “l’Amministrazione finanziaria assume iniziative volte a garantire che i modelli di dichiarazione, le istruzioni e, in generale, ogni altra propria comunicazione siano messi a disposizione del contribuente in tempi utili e siano comprensibili anche ai contribuenti sforniti di conoscenze in materia tributaria e che il contribuente possa adempiere le obbligazioni tributarie con il minor numero di adempimenti e nelle forme meno costose e più agevoli” e che “al contribuente non possono, in ogni caso, essere richiesti documenti ed informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche indicate dal contribuente”, si è mosso anche il Sindacato italiano Commercialisti.
“Il Sindacato – conclude Giordano – ha già chiesto all’Agenzia e al Ministero delle Economia e delle Finanze di intervenire al fine di prendere gli opportuni e rispettivi provvedimenti a tutela ed in difesa dei contribuenti ed in particolare per ricevere indicazioni ufficiali circa le modalità di corretto adempimento degli obblighi tributari, nei limiti di quanto non in possesso dalla Pubblica Amministrazione così da poter, nello stesso tempo, evitare possibili implicazioni anche di carattere sanzionatorio per violazioni in materia. Ma la speranza di una risposta celere e tempestiva nel nostro Paese è sempre più una chimera ”.