In particolare gli incroci riguardano le regole che legano i due trustee, le figure chiave dell’operazione, ai cosiddetti “guardiani” della proprietà e soprattutto all’amministratore delegato, il generale della guardia di Finanza Ugo Marchetti (che Lotito aveva candidato nel 2017 alla presidenza della Lega), nominato dalla vecchia proprietà. Insomma, un problema di persone e di impalcatura generale dell’operazione. Ma c’è un altro tema: il trust con i due trustee navigherebbe senza in risorse in mare aperto, cioè nel piano si prevede una dotazione economica minima.
Uno scenario che renderebbe inevitabile un rapporto di “dipendenza economica” fra i due trustee e la vecchia proprietà. Non è realistico, per i legali incaricati di stilare la relazione, pensare che la sola rata dei diritti televisivi possa garantire l’autonomia necessaria per i sei mesi previsti per trovare un compratore.
Nella relazione si legge quindi che “in virtù del processo di scelta delle persone componenti del trust e delle regole previste nella gestione dello stesso” si ritiene che la soluzione prospettata “non sia un vero e proprio ‘blind trust’. È che “non è stata assicurata indipendenza economica al trust rispetto alle società disponenti”.