L’analisi periodica di Public Health England (PHE), pubblicata lo scorso 3 giugno, ha rilevato che tale mutazione del COVID, divenuta prevalente in Gran Bretagna, è di circa il 50% più trasmissibile rispetto alla variante Alfa (ex inglese) e ha aumentato di 2 volte e mezzo il rischio di ricovero.
Tra gli esperti, c’è un velo di preoccupazione anche per l’Italia.
Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, ha spiegato:“Dalla nostra sorveglianza epidemiologica, emerge un quadro in rapida evoluzione che conferma come anche nel nostro Paese, come nel resto d’Europa, la variante Delta del virus stia diventando prevalente. Un report evidenzia infatti che la percentuale dei casi sequenziati sia in crescente aumento passando in maniera costante dallo 0,5% dei casi diagnosticati a gennaio, al 2,5% dei casi diagnosticati nella prima metà di giugno, secondo i dati disponibili in piattaforma”.