«Ho visto la morte con gli occhi, ho preferito rinviare il più possibile la vaccinazione e ritenuto che forse quel virus cominciasse a essere meno aggressivo. Tutto sbagliato e mi sono ritrovata in ospedale a lottare contro questo nemico invisibile». Caterina Apuzzo, 60 anni di Agerola, in un articolo dell’edizione odierna del quotidiano Metropolis, con la passione per la danza ha testato sulla propria pelle l’incoscienza di rinviare qualcosa che, oggi, avrebbe potuto evi- tarle i sintomi più gravi della malattia.
«Credevo che superato il picco e l’estate, per settembre la vaccinazione sarebbe stata più sicura. Ho sbagliato e a tutti dico di non fare il mio stesso errore. Vaccinatevi», è l’appello di Caterina Apuzzo, residente ad Agerola, mamma e titolare di una palestra. Un fuoco che scoppia dentro e brucia sempre più forte, poi arriva alla gola e l’ossigeno comincia a mancare fino quasi a soffocare, è questa la sensazione raccontata da Caterina Apuzzo nei primi giorni in cui il virus aveva cominciato a farsi sentire.