L’installazione è composta da sessanta opere fotografiche che interagiscono fra di esse e con Io spazio del Tempio di Pomona, componendo un lungo score visivo che rimanda ad una partitura sonora. II percorso delle immagini esplora il limite estremo dell’espansione urbana, verso gli svincoli delle superstrade di Parigi, Anversa, Berlino, immergendoci in terre di nessuno dove si stanno sviluppando grandi cantieri a proporre massicci agglomerati abitativi, per la maggior parte ancora privi di vita umana. Pino Musi costruisce la sua visione di ambienti, di architetture, di paesaggi, sempre con la stessa urgenza, quella di mostrare non ciò che gli occhi vedono, ma ciò che Io sguardo del fotografo distingue.
Le sue sono forme stabili, ma non immote: esse diventano scritture di luce che, inevitabilmente, ci riguardano e ci coinvolgono. Le immagini che riscrivono Io spazio del Tempio di Pomona sono documenti di un mutamento, ciascuna di esse dichiara uno spostamento, un passaggio, una interpretazione tanto coerente da costituire una nota sullo spartito delle pareti di quel luogo intriso di Storia.
La mostra è finanziata dalla Regione Campania, attraverso la SCABEC, e organizzata in collaborazione con il Comune di Salerno, Arcidiocesi Salerno, Campagna e Acerno, Università degli Studi di Salerno/ Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, che organizza, in questa occasione, una serie di dibattiti: “Altre voci. Conversazioni e incontri”, per una riflessione multidisciplinare sui differenti percorsi che le opere di Pino Musi mettono in campo.
Polyphõnia sarà presentata net corso di una conferenza stampa convocata per martedí 6 luglio alle ore 10.30, presso il Salone dei Marmi net Palazzo di Città, in via Roma a Salerno. All’incontro con la stampa prenderanno parte: il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, l’Assessore aha Cultura del Comune di Salerno Antonia Willburger, I’artista Pino Musi, la curatrice Stefania Zuliani, il Direttore del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale deII’Università degli Studi di Salerno Luca Cerchiai ed il Presidente della Società Campana Beni Culturali Antonio Bottiglieri.
Pino Musi (Salerno, 1958) vive e lavora a Parigi, è artista visivo e docente. L’autore ha intersecato molteplici aree d’interesse come I’antropoIogia, I’architettura, I’archeoIogia, I’industria. La sua ricerca fa parte di un progetto coerente che trova il miglior mezzo espressivo neII’arte del “bookmaking”, in particolare nella creazione di libri d’artista, per i quali Musi è acclamato a IiveIIo internazionale. Sono stati pubblicati finora ventisette libri con sue opere, tra cui, recentemente, Border Soundscapes (Artphilein Editions, 2019). Fra le numerose esposizioni si ricordano Rivelazioni della Forma.
Le origini deII’ltalia nelle fotografie di Pino Musi, ospitata nel 2012 al Museo deII’Ara Pacis di Roma e Facecity scroll, ospitata aha tredicesima edizione della Biennale Architettura di Venezia. Le opere di Musi sono presenti in collezioni private e pubbliche, tra cui la Fondazione Rolla in Svizzera, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Fondazione Fotografia di Modena, il FRAC (Fonds régional d’art contemporain) Bretagne, in Francia.
Commenta