Anche l’indice di trasmissibilità R(t) è schizzato verso l’alto arrivando dallo 0.96 della settimana scorsa all’1.09 di oggi, il più alto in Italia insieme con l’Abruzzo, come si evince dall’ultimo monitoraggio Iss di oggi, con la Sardegna tra le regioni a rischio moderato.
La spinta a una nuova recrudescenza dei casi è data dalla circolazione della variante Delta, che è arrivata da fuori.
Tanto che la Regione Sardegna e l’Ats hanno approntato un piano straordinario per il tracciamento di casi Covid nelle località costiere a maggior afflusso dei turisti, partendo dalla Gallura per poi arrivare anche negli altri territori isolani con migliaia di tamponi pronti all’uso: 2500 test molecolari giornalieri. E se nella rilevazione puntuale del 22 giugno in Sardegna la variante Delta (B.1.167.2) del virus SarsCov2 aveva una prevalenza pari al 66,7%, la seconda in Italia solo al Friuli Venezia Giulia, ora si teme per i focolai: quello accertato a Usini, nel Sassarese, con 18 casi di variante indiana su 23 tamponi positivi, e quello a Ghilarza, nell’Oristanese, dove però non sono stati ancora sequenziati i campioni per poter certificare che si tratti di variante Delta.
Entrambi i sindaci però hanno messo una stretta ai loro cittadini sino ad arrivare – a Ghilarza – all’obbligo di mascherine all’aperto.
Un ceppo che colpisce, secondo gli esperti, soprattutto i non vaccinati mentre chi ha ricevuto le somministrazioni non hanno sviluppato sintomi e il decorso della positività è durato un lasso di tempo, meno di 10 giorni, inferiore a quello ordinario.
E infatti gli ospedali restano vuoti con percentuali di occupazione dei posti letto che vanno dall’0% in terapia intensiva (un solo ricoverato in tutta l’Isola) al 2% nei reparti di medicina (33 pazienti). (ANSA).