La misura è in realtà rivolta sia ai futuri sposi che alle imprese del settore, tramite detrazioni per le famiglie e contributi a fondo perduto per le aziende
Per quanto riguarda il fondo perduto, possono beneficiarne i titolari di partita Iva residenti o stabiliti nel territorio italiano, che svolgano attività d’impresa, arte o professione o producano reddito agrario, operanti nel settore della ristorazione collettiva o del wedding
Il contributo a fondo perduto ammonta al 30% della differenza tra il calo di fatturato annuale del 2020 e quello del 2019. Alle attività avviate dal 2019 spetteranno invece 5mila euro
Le imprese che vogliono richiedere il contributo devono compilare un’autocertificazione che attesti il calo di fatturato e il codice ATECO di appartenenza
Per quanto riguarda gli sposi, per gli anni 2021, 2022 e 2023 potranno detrarre alcune delle spese documentate per il matrimonio e per la festa, pari al 25% del totale fino a un massimo di 25.000 euro
La detrazione è divisa in 5 quote annuali di pari importo in dichiarazione dei redditi e copre quasi tutte le voci di spesa per l’organizzazione del matrimonio
Tra le spese detraibili ci sono i servizi di catering e ristorazione, l’affitto dei locali, il wedding planner, fino ai fiori, ai vestiti degli sposi, al servizio fotografico e di trucco e acconciatura
L’obiettivo del bonus matrimonio è risollevare la condizione economica delle aziende che sono impegnate nel settore del wedding, tra i più colpiti dalla pandemia di Covid-19
Altro obiettivo è favorire e facilitare la possibilità per le giovani coppie di affrontare le spese per il matrimonio, grazie alle detrazioni fiscali che garantiscono risparmi fino a un quarto rispetto alle uscite sostenute