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Referendum giustizia: mossa a sorpresa di Matteo Renzi

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Matteo Renzi esce allo scoperto, ai microfoni di SkyTg24 parla del probelma tra  Politica e Magistratura. Secondo l’ex Presidente del Consiglio, in Italia vige questa grana dal 1992. Il leader di Italia Viva sostiene che questa guerra trentennale necessita di un punto.
I politici hanno il compito di fare leggi, i magistrati i processi. Gli uni senza invasione degli altri.
Renzi sostiene che i referendum possono essere la soluzione a questo problema, e nei prossimi giorni dichiarerà la sua decisione in merito ad un’eventuale firma. Le vie percorribili sono due: da un lato quella del Ministro Cartabia, dall’altra il referendum proposto dalla Lega e i radicali. La prima è la riforma sulla quale sta lavorando il Ministro della Giustizia, per la quale il premier Draghi ha incassato in Cdm l’appoggio delle forze di maggioranza per l’approvazione in Parlamento.
La seconda soluzione è il referendum, che la Lega e i radicali stanno portando avanti con una raccolta firme in tutta Italia. Questo prevede sei punti chiave: la riforma del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione del decreto Severino.
Matteo Renzi parla anche della legge Zan,  dice che finalmente migliaia di ragazzi omosessuali e transessuali potranno avere una tutela.
Apre al dialogo con il partito di Salvini, facendo il paragone dei calciatori di club quando giocano in Nazionale. Il traguardo sembra essere vicino, ma con un compromesso che mette d’accordo tutti i partiti di maggioranza.  Infine conclude l’intervista con un riferimento al licenziamento in blocco dei lavoratori della Gnk di Campi Bisenzio. Secondo Renzi, questi sono i casi in cui bisogna utilizzare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Olindo Nuzzo
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