A testimoniarlo sono i dati dell’Istituto superiore di Sanità (Iss). Tra il 21 giugno e il 4 luglio, sono stati ricoverati in ospedale 941 pazienti: 80 quelli completamente coperti da doppia dose, 89 quelli con una sola, 772 i non vaccinati
In terapia intensiva i numeri sono ancora più evidenti. In due settimane sono state ricoverate 94 persone: 4 avevano completato la vaccinazione, 10 avevano la prima dose, 80 persone non erano protette
È fondamentale coprire con due dosi le categorie più a rischio. Il problema è rappresentato dalla fascia 60-69, che ancora oggi ha una scarsa immunizzazione
All’appello mancano più di 2 milioni e 300mila sessantenni, che rifiutano anche la prima dose di vaccino. Sono loro che rischiano di più una volta contagiati
Nella fascia 60-69 anni prevale lo scetticismo sui vaccini: c’è chi pensa che la pandemia sia finita o che non sia necessario vaccinarsi se lo sono quelli intorno. Esiste inoltre chi è convintamente no-vax e rifiuta il vaccino per paura e mancanza di fiducia nella scienza
Il vaccino infatti serve a prevenire i sintomi gravi della malattia e, in ultimo, la morte. I vaccinati potranno contagiarsi, ma in genere i sintomi dovrebbero essere più leggeri. Come ha dichiarato l’Iss, chi si contagia con la Delta ed è vaccinato potrebbe notare come sintomi naso che cola, mal di gola e starnuti
Ma chi non è protetto dal virus peggiora rapidamente anche con la Delta: la polmonite passa da moderata a gravissima in poco tempo. Le categorie più fragili rischiano di più