“Gli Stati europei sono quasi tutti in crescita. Negli ultimi sette giorni in Spagna si cominciano a osservare segnali di una frenata – prosegue l’esperto – e l’epidemia frena anche in Portogallo, dove si attende il picco fra 7-10 giorni”. Atteso il picco “entro pochi giorni” in Lussemburgo e per la prossima settimana in Grecia e Danimarca. La Russia, invece, lo ha raggiunto, come previsto, lunedì 19 luglio. “Sembra averlo raggiunto anche l’Olanda, ma – osserva – potremo avere la certezza entro pochi giorni”.
L’epidemia è intanto in crescita anche in Islanda, mentre nelle ultime due settimane nel Regno Unito, dopo una fase di frenata, la curva sta crescendo linearmente. Si osserva una stasi nella crescita dell’epidemia in Norvegia, Kosovo, Romania, Slovacchia, Svezia, Polonia e Ucraina, mentre si osserva una “lentissima discesa” in Lettonia e Ungheria.
L’incidenza maggiore si rileva attualmente nel regno Unito, con 429 casi a settimana per 100.000 abitanti, e in Olanda (365), seguite da Spagna (277) e Portogallo (218); è inoltre di valori compresi fra 100 e 200 l’incidenza in Grecia (178), Irlanda (145), Lussemburgo (120), Russia (116), Francia (107) e Danimarca (106).
Valori di incidenza compresi fra 50 e 100 casi per 100.000 abitanti si rilevano in Belgio (77), Bielorussia (66), Turchia (61) e Islanda (55); l’incidenza è infine al di sotto del valore di 50 in Svizzera (47), Finlandia (40), Montenegro (38), Italia ed Estonia (31), Austria e Lituania (24), Norvegia (23), Svezia (22), Croazia (20), Slovenia (19), Ucraina (16), Lettonia e Repubblica Ceca (15), Moldavia (14), Serbia (13), Germania (11), Bulgaria (8), Macedonia (6), Albania, Bosnia e Slovacchia (4), Ungheria e Kosovo (3), Romania e Polonia (2).