Catturato nelle acque del Cilento uno squalo Mako, “cugino” dello squalo Bianco

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E’ stato catturato a largo di Pioppi un esemplare di Squalo Mako, «cugino» un po’ più piccolo dello squalo bianco. Si tratta di una specie molto rara nel Mediterraneo e potenzialmente molto pericolosa per l’uomo. Lo squalo è stato “preso” da un gruppo di pescatori in azione nelle acque del Cilento e poi successivamente liberato.

Imprevedibile negli attacchi, sfrutta la sua accelerazione bruciante per catturare prede veloci come tonni e pesce azzurro. È una delle poche specie di squalo che, come lo squalo bianco o lo squalo pinna nera del reef, sono in grado di effettuare il breaching, ovvero di saltare fuori dall’acqua, anche ben oltre la lunghezza del proprio corpo: nel caso specifico, il mako può elevarsi, balzando, persino a 7 metri d’altezza dalla superficie.

12 Commenti

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  • Queste bestie non vanno liberate.
    E se dovesse uccidere dei bagnanti arcobaleno?

  • Incredibile. Non avrei mai immaginato che ci fossero squali nelle acque del Cilento. Per giunta uno squalo pericoloso per l’uomo. Che paura!!!

  • Ma perché non li ammazzano tutti a che servono gli squali, oltre che ad ammazzare gli uomini. Spiegatemelo per favore.

  • Sbagliato rimetterlo in mare con grave pericolo per gli ignari bagnanti!!!! Meglio spedirlo in un acquario!!!

  • Per conoscere….. lo so che scherzi…… altrimenti sarebbe grave se così non fosse….

  • Gli squali sono necessari nella catena alimentare marina, in quanto selezionano naturalmente le prede più deboli o ammalate. In molte aree marine ove la loro presenza è diventata più rara, si son potuti notare gravi squilibri con sovrappopolazione di alcune specie di pesci a scapito di altri. Uno studio recente realizzato dall’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Stanford University, la Virginia Tech University, l’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (Irbim-Cnr), la Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha evidenziato un drastico calo della popolazione di squali nel mar Mediterraneo a partire dalla metà del Novecento. I ricercatori hanno raccolto 773 osservazioni relative alla presenza dello squalo bianco nel Mediterraneo tra il 1860 e il 2016 e le hanno utilizzate per elaborare modelli spaziali e temporali. I risultati della ricerca hanno evidenziato una complessa traiettoria, caratterizzata da un progressivo incremento del numero di squali seguito da un rapido declino avvenuto a partire dalla seconda metà del Novecento. In pratica è stato dimostrato, come la rimozione dei predatori apicali all’interno degli ecosistemi marini porti a disastrosi effetti top-down che si ripercuotono su tutta la catena trofica. Il Mediterraneo, da questo punto di vista, rappresenta un primato negativo a scala globale con più del 50% di specie di squali classificate come minacciate dalla Iucn (International Union for the Conservation of Nature) a livello regionale“.
    Lo squalo è al vertice della catena alimentare marina e la sua scomparsa causerebbe impatti disastrosi sull’intero ecosistema del Mediterraneo. a causa innanzitutto della pesca, oltre ai danni all’habitat naturale, che questa specie rischia di estinguersi. Nel mondo le sue carni sono considerate pregiate in cucina e le sue cartilagini e l’olio del suo fegato preziose nella medicina cinese e non solo. In particolare c’è una vera e propria caccia alle pinne di squalo che si ottengono attraverso la terribile e crudele pratica del finning (spinnamento), ovvero si taglia la pinna dorsale e si abbandona vivo in mare l’animale che, tra grandi sofferenze, non sopravvive a lungo. Inoltre molte volte anzi più spesso di quanto si pensi, la loro carne giunge sulle nostre tavole italiane e viene mistificata con altre specie.
    Questi meravigliosi e misteriosi animali di cui conosciamo circa 500 specie, che da sempre affascinano e terrorizzano l’uomo, meritano il sostegno di tutti per salvarsi. Di loro conosciamo ancora poco anche perché è difficile studiarli. Sappiamo che compiono migrazioni lunghissime. Alcuni ricercatori hanno ipotizzato che gli squali siano in grado di orientarsi, riaffiorando a galla di notte per osservare le stelle. Nel 2005 una femmina di squalo bianco ha viaggiato dal Sudafrica all’Australia. Nelle 500 varietà ce ne sono anche di piccolissime dimensioni e alcuni vivono a 2.000 metri di profondità e oltre. Purtroppo questi animali sono poco amati, spesso vittime della selacofobia (selachimorpha è il nome della famiglia degli squali), il terrore degli squali, alimentato fin dall’antichità da leggende e più recentemente da libri e film che li hanno dipinti come mostri pronti ad attaccare l’uomo.

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