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Giffoni, ospite il virologo Crisanti: “Che autunno sarà? Non mi esprimo, ma massima attenzione”

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La comunicazione sul Covid non ha aiutato in questo senso, Crisanti ospite al Giffoni Festival ne è convinto: “Non ho social – aggiunge – perché i social sono polarizzanti. Ci sono quelli a cui piaci e quelli a cui non piaci ed è una reazione umana quella di cercare di accontentare quelli a cui piaci e di blandire quelli a cui non piaci e questo atteggiamento spesso porta a cambiare il messaggio, a condizionarlo. Non ho social proprio perché non voglio contaminare il mio pensiero. Questo fatto mi ha aiutato tantissimo perché sono passato attraverso tutte le polemiche senza entrarci mai dentro. Non ho vissuto questa esperienza in questo senso, come occasione di visibilità. Sono rimasto quello ero”.

 

Che autunno ci aspetta? Le dinamiche di contagio non sembrano rassicuranti: “Previsioni non ne voglio fare – così conclude il professor Crisanti – perché non vorrei azzeccarci un’altra volta come dice Crozza. Un’analisi la posso fare. Ci sono cose che possiamo controllare e cose al di là del nostro controllo ed è il rapporto reciproco tra questi fattori che determinerà la possibilità o meno di una nuova ondata. Un fattore che possiamo controllare è quello relativo alla vaccinazione. È necessario vaccinarci perché il vaccino dà una protezione. Non controlliamo, invece, la durata della protezione che nessuno conosce. Abbiamo dati di persone anziane che si sono vaccinate a gennaio e che si infettano e stanno anche molto male. Non bisogna generalizzare ma è un campanello d’allarme. E poi non controlliamo la generazione di varianti resistenti al vaccino. Cosa possiamo fare? Limitare la trasmissione del virus perché così si riduce il rischio di varianti e poi controllare gli afflussi, gli ingressi. Sul tracciamento, però, non si sta facendo più nulla. Su questo, ripeto, il green pass non serve, soprattutto se lo si dà anche a chi ha fatto solo una prima dose a conferma che queste decisioni vengono spesso assunte da chi non ha adeguate conoscenze scientifiche per farlo, un altro grave caso di analfabetismo”.

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