Era stato il primo a trattare il Covid con le trasfusioni di plasma iperimmune, la terapia che prevedeva l’infusione di sangue di pazienti contagiati per curare gli altri infetti. Il medico si sarebbe suicidato, il suo corpo è stato ritrovato da alcuni familiari nella sua casa di Eremo, frazione del Comune di Curtatone.
De Donno aveva 54 anni e aveva lasciato il suo incarico lo scorso mese, per iniziare da luglio la professione di medico di base a Porto Mantovano. Viveva con la moglie Laura e i due figli, Martina ed Edoardo. Le circostanze di morte non sono ancora chiare, ma ci sono stati numerosi attestati di cordoglio da parte dei cittadini che lo ricordano per aver salvato vite con le sue terapie.
Insieme a Massimo Franchini, primario di Immunoematologia Trasfusionale del Poma, si era guadagnato la fama di primario più conosciuto d’Italia nella primavera del 2020.
Nel campo della medicina non tutti erano solidali nei confronti della sua cura, e ci furono molte polemiche.
Il pneumologo però ottenne la sperimentazione del plasma presso l’università di Pavia, ma la medicina ufficiale non ritenne quello il metodo più indicato per la cura del Covid.
De Donno era molto conosciuto anche fuori dall’ambiente ospedaliero per il suo passato da Vice Sindaco di Curtatone. La figlia Martina è attualmente consigliere presso il comune mantovano.
Giuseppe era una persona straordinaria. La storia lo ricorderà per il bene che ha fatto.
Sono le parole del sindaco e amico Carlo Bottoni che lo ricorda per le sue azioni e per la dedizione da medico in un momento terribile dal punto di vista sanitario.
Olindo Nuzzo