INCL quindi ringrazia per il sostegno ricevuto alle proprie istanze dalla Senatrice De Petris di LEU, ma soprattutto ambientalista, che con un ordine del giorno al decreto Sostegni bis, ha riportato all’attenzione pubblica la questione dell’ammodernamento di questo percorso.
Oltre alla messa in sicurezza, i tecnici evidenziano l’importanza di interventi che consentirebbero di mantenere appetibilità e convenienza al transito da parte dei principali vettori ferroviari. I treni veloci, Italo e Frecciarossa, che da alcuni anni collegano il Cilento direttamente con le altre aree del Paese, hanno generato un rilevante incremento dei flussi turistici, con la piena soddisfazione dei vettori, che mirano alla remuneratività dei collegamenti;
Sono urgenti e necessari interventi strutturali e di adeguamento sagome delle gallerie principali. In alcuni tratti, per la presenza di fenomeni franosi, i treni, anche quelli veloci sono obbligati a muoversi a 30 Km/h.
Se si mettesse mano a interventi di poche decine di milioni, molto meno degli oltre 9 miliardi di euro dell’AV SA-RC, sarebbe possibile un aumento della sicurezza della tratta oltre a un aumento della velocità media dei treni.
E diminuirebbe la pressione del traffico stradale su di una rete viaria già insufficiente per gli stessi residenti, del tutto inadeguata a supportare le presenze turistiche. Senza considerare che una sola frana potrebbe spezzare l’Italia in due, con danni economici incalcolabili.
Il Cilento e più in generale l’area compresa tra Paestum e Sapri, fino a Maratea, è una zona di pregio ambientale e culturale, con vari siti Unesco, un Parco Nazionale e un’economia turistica muove ogni anno flussi di circa tre milioni di presenze. Sistemare la nostra ferrovia significa collegare i cilentani, sviluppare il turismo, rendere più veloce il percorso verso la Calabria, diminuire le emissioni di gas serra.
Tutto il Cilento dovrebbe ringraziare la senatrice De Petris per la sensibilità dimostrata verso questi territori. Tutto il Cilento, già inspiegabilmente escluso dall’AV, dovrebbe svegliarsi e chiedere ai propri referenti regionali e nazionali i motivi di questo perdurante ostracismo napoletano e romano verso i nostri territori.