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Terapie intensive: dal 23 agosto alcune regioni d’Italia rischiano la zona gialla

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Italia in zona bianca anche dopo Ferragosto. E’ così che inizia la nuova settimana per tutte le regioni, anche per quelle che correvano il rischio di tornare in zona gialla. Ma sarà lo stesso anche lunedì prossimo, 23 agosto? Stavolta non c’è certezza assoluta: dipenderà tutto dai dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore della Sanità, venerdì 13 agosto. In bilico Sicilia e Sardegna.

L’ultimo monitoraggio settimanale del Ministero della Salute e dell’ISS (venerdì 13 agosto) riferito ai dati della scorsa settimana, quella che va dal 2 all’8 agosto, ha dati in chiaroscuro: da una parte certifica un calo dell’indice Rt, che tuttavia resta sopra all’1, mentre dall’altra si registra purtroppo un aumento dell’incidenza. 

Nel dettaglio, l’Rt scende a 1,27 (la settimana prima era all’1,56) mentre l’incidenza settimanale dei contagi passa da 68 a 73 casi ogni 100 mila abitanti. Questi numeri erano molto attesi in quanto davano l’ufficialità riguardo i colori delle regioni nella prossima settimana. E così, nonostante un andamento al rialzo dell’incidenza, come pure l’aumento dei ricoveri, tutte le regioni sono rimaste in zona bianca. 

Una conferma di quanto ha spiegato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri nei giorni scorsi, riguardo al fatto che i nuovi parametri permettono alle regioni di restare per più tempo in zona bianca. Senza il cambio effettuato dal decreto del 23 luglio, infatti, oggi buona parte dell’Italia sarebbe stata in zona gialla.

I parametri per entrare in zona gialla

Ma come si entra in zona gialla, dopo i cambiamenti effettuati dal decreto del 23 luglio? Le regioni devono avere un’incidenza settimanale, indicata dal prossimo monitoraggio, superiore ai 50 casi ogni 100.000 abitanti; avere un’occupazione del 10% dei posti letto in terapia intensiva; avere un’occupazione del 15% dei posti letto nelle aree mediche. Elementi che devono essere soddisfatti contemporaneamente.

Zona gialla, le regioni a rischio

Tuttavia, l’ultimo monitoraggio mostra che ci sono regioni per le quali il cambio colore potrebbe essere solamente rimandato alla prossima settimana. Venerdì 13 ci sarà il nuovo monitoraggio che deciderà se rendere più severe le restrizioni nelle regioni che registrano numeri più alti. Ma quali sono? Le Isole: Sicilia e Sardegna.

La Sicilia e la nuova ordinanza

Ieri, la Sicilia è stata ancora una volta la regione con più contagi giornalieri: 946 casi su 8.865 tamponi processati. 538 i ricoverati, 68 in terapia intensiva. Intanto, sabato, il presidente della Regione Nello Musumeci ha firmato una nuova ordinanza urgente per cercare di frenare i contagi: si può entrare negli uffici solo con il Green pass, mascherine all’aperto nei luoghi affollati, vincoli per partecipare a feste e cerimonie, tamponi a pagamento se non si è vaccinati e test obbligatori anche per chi arriva dagli Stati Uniti: la stretta del governatore cerca, anche e soprattutto, di spingere gli indecisi verso la vaccinazione. Ma sono subito scattate numerose polemiche e la bocciatura del Garante della privacy. Così, oggi, il governatore ha provato a chiarire.

“Il decreto legge vigente – ha detto  Musumeci -, in coerenza con tutti i precedenti, affida al potere di ordinanza del presidente della Regione (soggetto attuatore del commissario nazionale per la emergenza) la disciplina di misure restrittive temporanee dettate da ragioni epidemiologiche. Questo è il caso, in diritto. E certamente è sotto gli occhi di tutti l’elevata incidenza del contagio nell’Isola”.

E così la Regione risponderà ai rilievi anche perché il Garante ha ritenuto che la misura contestata fosse estesa ai luoghi privati aperti al pubblico e non soltanto agli uffici pubblici a sportello come abbiamo chiarito. “Seguendo la rigida interpretazione proposta – ha proseguito il presidente della Regione – al potere di ordinanza sarebbe affidato, come durante il lockdown, il diritto di vietare l’ingresso agli uffici pubblici, mentre non potrebbe essere concessa la sua regolamentazione.

Comunque, non mi piacciono le polemiche, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria e quando sono pretestuose. E per tale ragione attenderemo la risposta del Garante prima di dare esecuzione alla misura. In ogni caso, qualcuno mi farà comprendere la logica per la quale serve la certificazione per la mensa aziendale e non dove possono verificarsi degli assembramenti! Tutti quelli che si sforzano di polemizzare, in queste ore – è il messaggio alla politica -, dedichino lo stesso sforzo a sensibilizzare i cittadini alla vaccinazione. Faranno così un migliore servizio alla società”.

La Sardegna e il piano Ats

In Sardegna, invece, sono stati registrati 275 ulteriori casi confermati di positività al Covid, sulla base di 2.231 persone testate. Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 2.741 test. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 21 (lo stesso numero di ieri). I pazienti ricoverati in area medica sono 134 (+3 rispetto a ieri). Inoltre, 7.135 sono i casi di isolamento domiciliare (+34 rispetto a ieri). I decessi sono stati cinque. Per evitare un ritorno in zona gialla, la Regione corre ai ripari e Ats definisce un piano per avere a disposizione più posti letto se la pressione sugli ospedali dovesse continuare a crescere.

Le regole della zona gialla

Sui entra in zona gialla quando l’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti è pari o superiore a 50 e inferiore a 150 casi. Qualora l’incidenza sia invece pari o superiore a 150 si resta in zona gialla se si verifica una di queste due situazioni: il tasso di occupazione dei letti nei reparti Covid è uguale o inferiore al 30%; il tasso di occupazione delle terapie intensive è pari o inferiore al 20%.

MASCHERINE ALL’APERTO – Se in zona bianca all’aperto le mascherine non sono più obbligatorie, salvo i casi di assembramento, in zona gialla invece tornano ad essere obbligatorie fatta eccezione per i bambini sotto i sei anni e chi ha una patologia incompatibile con l’uso della mascherina.

BAR E RISTORANTI – I bar e ristoranti al chiuso posso effettuare servizio al tavolo fino alle 18, ma sono presentando il Green pass. All’aperto invece possono effettuare servizio al tavolo anche a cena.

CINEMA E TEATRI – In zona gialla cinema e teatri sono aperti, ma col rispetto di stringenti limitazioni: solo posti a sedere prenotati in anticipo e distanza di almeno un metro. Limitata anche la capienza al 50% e comunque mai più di 1.000 spettatori al coperto e 2.500 all’aperto.

DISCOTECHE – Le discoteche restano chiuse.

EVENTI SPORTIVI –  Per quanto riguarda gli eventi sportivi, “in zona gialla la capienza consentita non può essere superiore al 25 per cento di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all’aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso. Le attività devono svolgersi nel rispetto delle linee guida adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, sulla base di criteri definiti dal Comitato tecnico-scientifico”.

GREEN PASS –  Alcune attività al chiuso restano possibili, ma sarà necessario avere il Green pass (in caso di vaccinazione valido 15 giorni dopo la prima dose): ristoranti e bar al chiuso per il consumo al tavolo; eventi congressi e fiere; piscine, palestre e centri benessere; spettacoli; centri termali, parchi a tema; sale da gioco, scommesse e casinò; concorsi.

Fonte: ilgiorno.it

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