Una storia piena di mistero e affascinante giunge ancora una volta dal parco archeologico di Pompei. Viene riportata alla luce grazie la campagna di scavi condotta con l’università Europea di Valencia. Il ritrovamento riguarda un defunto, in parte mummificato, con la testa ricoperta di capelli bianchi e un orecchio parzialmente conservato.
L’annuncio proviene da parte del Direttore del parco Gabriel Zuchtriegel e Llorenç Alapont dell’Università di Valencia. Si tratterebbe di uno degli scheletri meglio conservati nella città antica, una vera e propria miniera d’oro di dati scientifici. Il ministro Dario Franceschini ha elogiato tutti i componenti dei beni culturali impegnati negli scavi. Pompei non smette mai di stupire e si configura come un modello internazionale, di cui il nostro paese deve essere orgoglioso.
La tomba costruita vicino Porta Sarno risale agli ultimi decenni di Pompei, appartiene al liberto Marcus Venerius Secundio. Questo era uno schiavo che era riuscito a raggiungere l’agio economico divenendo custode del Tempio di Venere. I primi esami sul corpo attestano la morte in età anziana ma ci sono molti misteri.
Il primo riguarda l’inumazione utilizzata per la conservazione del cadavere, rito molto più antico rispetto la tradizione pompeiana della cremazione. Il secondo riguarda la presenza nel recinto della tomba di due urne, di cui una dedicata ad una certa Novia Amabilis. Gli archeologi credono sia la moglie del defunto ma non riescono a risolvere l’arcano per cui ella sia stata trattata con un rito completamente diverso. Ora ci saranno studi, analisi e nuove ricerche ma si sta già valutando l’ipotesi di inserire il reperto nell’itinerario turistico del parco archeologico.
Olindo Nuzzo
Commenta