Il governo Draghi, però, ora sembra essere intenzionato ad accantonare quella norma, soprattutto su spinta dell’Ue. Per Bruxelles, infatti, per una maggiore trasparenza e per rispetto della concorrenza, dovrebbero essere eliminati dai costi dell’energia quelli che vengono definiti “oneri impropri”.
L’impegno del governo Draghi, quindi, è quello di cancellare il pagamento diretto del canone in bolletta. Già nel Pnrr, il piano legato ai soldi del Recovery europeo, era prevista la cancellazione per i venditori di corrente elettrica della possibilità di raccogliere “somme non direttamente correlate con l’energia”.
La nuova norma potrebbe entrare nel disegno di legge sulla concorrenza, secondo quanto anticipa il Messaggero. Potrebbe, quindi, essere approvata in settimana. Ma è possibile anche un rinvio, visto che – sulla base degli accordi con l’Ue – c’è tempo fino alla fine del 2022 per approvare la cancellazione del canone dalla bolletta. Nel caso in cui la norma non rientri nel decreto sulla concorrenza, allora potrebbe essere predisposto un apposito iter parlamentare.
Era stata la riforma voluta dal governo Renzi a fine 2015 a introdurre il pagamento del canone Rai in bolletta: l’obiettivo era quello di evitare l’evasione sull’abbonamento alla tv pubblica. Prima il costo del canone era di 113 euro l’anno, ma con il rischio che molte persone non lo pagassero. È così diventato sostanzialmente obbligatorio pagarlo con l’addebito sulla fattura elettrica: il suo costo, però, è diminuito grazie al recupero della parte evasa. Le critiche di Bruxelles, però, sono nate dal fatto che in questo modo le bollette dell’elettricità sembravano più care e la trasparenza era minore. Così si è chiesto di tornare indietro.
Fonte: Fanpage