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Musica: il 4 settembre a Eboli l’anteprima estiva del Barezzi Festival 2021

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Risuona nell’estate ebolitana la eco del Barezzi Festival con la seconda tappa dell’anteprima 2021 che si terrà il 4 settembre presso il Raimbow Beach alla Marina di Eboli (Sa). A partire dalle ore 20, in un luogo incantato tra il mare e le stelle, si alternerà la musica primitiva da fiaba dark degli “I hate my village”, il funk della “Banda Maje”, i richiami tra raggae e rap del beatmaker “Tonico Settanta”.

Una fusione tra sperimentazione e valorizzazione dei talenti musicali che è preludio a “Mondi lontanissimi”, la 15° edizione del Barezzi Festival in programma dal 4 al 6 novembre 2021 al Teatro Regio di Parma.

Il titolo di questa edizione omaggia il maestro Franco Battiato, esempio concreto di abilità nel costruire ponti e immaginare incontri tra musiche e culture diverse. Organizzato dalla Associazione culturale Luce in coproduzione con la Fondazione Teatro Regio e la direzione artistica di Giovanni Sparano, quest’anno il Barezzi Festival ospiterà: Carmen Consoli, il 4 novembre, con “Volevo fare la rockstar” per la prima data del suo nuovo tour; IOSONOUNCANE, il 5 novembre, nell’anno di IRA, con un concerto che porta dentro l’altrove; i dublinesi “Fontaines D.C.”, il 6 novembre, con la loro unica data in Italia proprio al Barezzi.

Qualità, purezza, ricerca, innovazione, coraggio, indipendenza, è una sequenza scritta nel DNA del Barezzi Festival, in una visione di musica universale e contaminata come quella che suonerà nel corso dell’anteprima estiva il prossimo 4 settembre a Eboli.

«Riuscire a far approdare un’anteprima del Barezzi a casa mia, Eboli, è una grande  emozione oltre che una forte opportunità per la mia città che sta attraversando un periodo difficile da ormai tanti mesi -spiega il direttore artistico Giovanni Sparano-. Ho sempre raccolto le sfide come una occasione di crescita umana e professionale, riuscire a far suonare talenti di questa portata tra la pineta e il mare di casa procura ai miei sensi bellissime visioni che spero si avverino la sera del 4 settembre al Raimbow Beach. Ritornare a suonare dal vivo, poi, rende questo evento ancora più speciale. Tutto è organizzato nel pieno rispetto delle normative a tutela della salute oltre che delle prescrizioni e delle misure anti-Covid vigenti».

Gli artisti in concerto – Barezzi Festival anteprima estiva

I hate my village

È con “GIBBONE”, il loro nuovo EP, che gli “I hate my village” tornano a suonare dal vivo la loro musica primitiva, una fiaba dark realizzata con la tecnica dello stop motion. «Un magma di sporcizia e gas tossici, uno scenario sahariano lungo il quale si snoda il racconto di un viaggio denso, misterioso e fragoroso» afferma Marco Fasolo tra i fondatori della band insieme ad Adriano Viterbini (BUD SPENCER BLUES EXPLOSION), Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35) e Alberto Ferrari (Verdena).

“GIBBONE” nasce da jam registrate su una demo casalinga registrata su quattro tracce e cassetta. Sfruttando i limiti della banda magnetica di un supporto obsoleto, e per questo avveniristico, IHMV riescono a trovare in questa restrizione un grande potenziale creativo tanto che il registratore stesso diventa uno strumento.

Tutta la musica di queste sessioni risente e gode allo stesso tempo di questa attitudine “plug & play” che, da un lato impone una iper-compressione dei suoni e una distorsione armonica maggiore ma, soprattutto, dall’altra avendo a disposizione solamente 4 tracce, si è obbligati a fissare da subito il risultato. Impossibile rimaneggiare o modificare. Insomma, questi brani sono figli di un ‘hic e nunc‘ dettato dallo strumento registratore.

Dal punto di vista empirico “GIBBONE” è figlio di questa immediatezza, di questa spontaneità e di questa freschezza. Genuino e istintivo, poco ragionato e senza sovrastrutture, ha l’obbiettivo fondamentale di trasportare direttamente nel momento esatto della scrittura e del processo creativo, regalando all’ascoltatore un’istantanea sonora.

Dal punto di vista musicale è invece un twist tra etno-ambient e sperimentazione con 4 brani legati da una continua e fluida metamorfosi che fluttua tra avanguardia e minimalismo suggerita da una dinamica sempre in evoluzione, da ritmiche desertiche e guitarsynth.

Il singolo “Yellowblack”, che apre l’EP, è un brano cinetico e contiene tutti gli ingredienti del sound che ha caratterizzato e reso inconfondibile il progetto IHMV. La title track “Gibbone” ci riporta ad uno scenario desertico che lascia poi spazio, attraverso una naturale successione di suoni e atmosfere, ad una raffinata psichedelia dove, di tanto in tanto, si affacciano spiazzanti e acide incursioni di synth che ci accompagnano verso una chiusura quasi sacrale.

“Ami” è una melodia in stile Maliano, nata e registrata nello stesso istante (come tutte le tracce dell’EP). La prima parte del brano serve quasi a settare il tipo di ritmo e l’armonia che permette alla seconda di diventare un brano degli IHMV in pieno stile, rotolante e leggero.

Chiude l’EP “Hard Disk Surprize” dove il synth troneggia tra acuti pungenti e morbidi bassi. Anche questo brano si evolve e si trasforma complici, questa volta, una serie di distorsioni il cui risultato è un’ondata di puro noise.

“GIBBONE” porta con sé i ritmi dall’Africa, la psichedelia e note pop. Il frutto di questo mix straordinario è, ancora una volta, un suono che rispecchia la continua voglia di contaminarsi e ampliare il proprio registro creativo. Un suono affascinante quanto suggestivo e decisamente travolgente capace di unire mondi apparentemente lontani che in IHMV sembrano coesistere da sempre.

Banda Maje

Nata sotto il sole della “Salifornia” e cresciuti a pane, funk e sceneggiate, la Banda Maje è una family più che una semplice band: un numero sempre liquido di componenti al suo interno in cui tutti suonano tutto, un luogo fisico e mentale che è lo scenario perenne dentro cui si muove la loro musica e che risponde alla città di Salerno.

Da una casa/studio nel centro storico, che è lo spazio materiale in cui funk, soul e disco d’oltreoceano si incontrano con la maniera indigena – storica e intima assieme – di concepire la melodia, sino al resto della città, che plasma e forma il loro immaginario, ricolmo di personaggi-maschere, e per questo così profondamente cinematografico. Dietro la macchina da presa dell’intero progetto i nomi di Peppe Maiellano, tastierista e compositore, e Tonico Settanta, rapper, producer e DJ.

“Ufo Bar” è il loro LP d’esordio, in uscita per Four Flies Records, label specializzata in musiche per l’immagine e l’immaginazione, che negli ultimi anni ha contribuito alla riscoperta di alcuni tra i migliori compositori italiani, da Alessandroni ad Umiliani, e che si apre oggi alla pubblicazione di progetti inediti.

Otto tracce in cui i tappeti strumentali della band, che oscillano tra il funk e il soul, camminano di pari passo con una narrazione cinematica che fa luce sul vissuto quotidiano per le strade della città: dalla rivolta popolare delle “Fornellesse” alla storia di contrabbando di “P’ ciel, p’ mar, p’ terr”, dall’appocundria di “Sunday Embarcadero” all’epopea disco di provincia protagonista in “Living Disco Club”.

Il mood che costruisce Banda Maje è tanto luminoso e spensierato nel lato A, con accenti di fiati che aprono verso lo swing e divagazioni electro-funky, quanto melanconico e notturno nei brani del lato B (le note agrodolci di “2010” e il synth in odore di wave in “Ago”) e restituisce un’immagine completa della ricchezza emotiva che si porta dietro la loro musica:

«Vogliamo lasciare una traccia di quello che è il nostro vissuto, il brulicare di vita dei vicoli, l’amore per il sound neapolitan e le colonne sonore italiane 70s, i film di serie B e i poliziotteschi, l’epopea dei contrabbandieri di sigarette, la passione per i vinili e le cassette Mixed by Erry, senza dimenticare amori di seconda mano e polverose partite di serie C. Troviamo il nostro rifugio nel funk, nel ritmo e nei sintetizzatori. Suoniamo per salvarci dalla morte interiore, suoniamo perché alla fine ”che teng ‘a verè…”».

Tonico Settanta

Beatmaker/dj di Salerno, fa parte dei Collettivi Funky Pushertz, Gold School con Morfuco e  Banda Maje.

Produce la sua musica prevalentemente con l’ausilio di Akai Mpc e le sue produzioni sono caratterizzate da un  forte richiamo al rap, al reggae e al funk. Digger incallito e collezionista da sempre di vinili è alla costante ricerca di nuovi e vecchi suoni da inserire nel proprio entourage.

Nota organizzativa

L’organizzazione precisa che secondo le disposizioni governative in vigore dal 6 agosto scorso, la Certificazione verde COVID-19 (Green Pass) dovrà essere obbligatoriamente presentata all’ingresso del luogo dell’evento unitamente al biglietto e a un documento d’identità per il controllo da parte degli addetti preposti (per maggiori informazioni: https://www.dgc.gov.it/web/).

In assenza del Green Pass – Certificazione verde COVID-19, non sarà consentito l’accesso all’evento e non si avrà diritto al rimborso del biglietto.

È obbligatorio indossare la mascherina, anche all’aperto, oltre che rispettare tutte le misure volte al contrasto della diffusione del Coronavirus.

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