Il rincaro dei prezzi registrato dall’osservatorio dell’Organizzazione regionale riguarda in particolar modo ai carburanti, ai mangimi, ai concimi e alle sementi, su cui registra un incremento del 30% dei costi “non sostenibili per le aziende e che si tradurranno inevitabilmente in un rincaro dei prodotti destinati al consumatore: pane, pasta, latte, frutta e verdura” come spiega il presidente Mastrocinque.
I costi di produzione degli agricoltori campani sono aumentati sia per l’incremento dei costi delle materie prime, sia a causa degli ultimi eventi atmosferici che hanno messo a dura
prova le fasi di semina e di raccolto. “Basti pensare a quanto è accaduto per i pomodori, dove prima le gelate e poi la prolungata siccità hanno inciso sulla resa comportando uno squilibrio che ha prodotto circa 10milioni di euro di danni per i produttori” continua il presidente. Oltre alla crisi appena annunciata della produzione delle nocciole, su cui si registra una perdita del 70% della produzione.
“L’aumento dei costi delle materie prime espone le aziende ad affrontare ulteriori difficoltà. Siamo fortemente preoccupati per le perdite complessive che i produttori dovranno fronteggiare e riteniamo urgente e necessario un intervento utile a mitigare l’alterazione dei mercati, per garantire un ripristino dell’equilibrio sui costi delle materie prime” spiega Mastrocinque.
In occasione del avolo Verde Cia Campania intende sollevare la necessità di intervenire per riequilibrare i prezzi e calmierare una speculazione che si riversa sul consumatore finale, “indebolendo di fatto lo sforzo delle organizzazioni agricole di rilanciare i consumi e i prodotti agroaliementari di prossimità. Bisogna impedire che i costi aumentino a dismisura per i produttori e intervenire per frenare gli aumenti dei prodotti finiti. Per questo chiediamo un confronto immediato e risolutivo” conclude.