I Carabinieri, subito contattati, lo hanno identificato e denunciato per furto, in stato di libertà.
Lo cercavano da giovedì, quando la donna si è presentata dai carabinieri e ha denunciato questa storia. Ma ora che lui è stato trovato non tutto si è risolto. Perché manca ancora la cosa più importante: manca il Gratta e Vinci da mezzo milione di euro. Il tabaccaio non lo aveva con sé, e quella è la prova di tutto.
La prova che la donna, prima molto fortunata e poi molto sfortunata, deve assolutamente esibire per poter incassare la vincita, e anche la prova del furto. Altrimenti lui potrà sempre sostenere che si è trattato di un grande equivoco, che la signora si è confusa, che il biglietto in tabaccheria gliel’hanno restituito e che poi lo avrà perso lei.
Già ci ha provato il figlio del tabaccaio a insinuare il dubbio, rispondendo al cronista del Mattino che «forse quella donna non ci sta con la testa». E poi «chi lo dice che quel biglietto lo abbiamo venduto noi e che la vincita era realmente quella?».
Non cambierebbe granché. Perché, tralasciando che sull’entità della vincita c’è la conferma dell’impiegato, il tabaccaio si è impossessato di una cosa che non era sua, e questo è comunque un reato. Perché lo abbia fatto e soprattutto con quali speranze di poter incassare i cinquecentomila euro, lo sa soltanto lui. Il biglietto, così come tutti gli altri appartenenti al lotto consegnato alla sua rivendita è stato immediatamente bloccato, e questo poteva certamente immaginarlo.
Ora resta da capire se lo abbia nascosto nell’illusione che prima o poi il blocco venga revocato e lui possa intascare il denaro, o se lo abbia fatto sparire definitivamente, distruggendo insieme al biglietto anche le speranze della donna che si era rivolta alla tabaccheria del quartiere perché da sola non riusciva a credere di aver avuto una fortuna così, senza immaginare a che cosa stava andando incontro.
E la surreale fuga del tabaccaio impazzito non è servita nemmeno a far vincere al lotto gli immancabili traduttori di storie della strada in numeri della Smorfia: i n tanti hanno giocato 22, 46 e 71 (il pazzo, i soldi e l’uomo senza valore, più esplicitamente indicato omm’ ‘e mmerda) ma all’estrazione di ieri non ne è uscito nemmeno uno. Però si deve giocare per tre volte consecutive.
Lo scrive il Corriere.it