Avevano bisogno di tornare a ridere, sognare e divertirsi: con una lunga e commovente lettera, i giovani partecipanti del Premio Fabula ringraziano. «Portiamo a casa una fantastica esperienza, quest’anno in particolare ci avete permesso di respirare, per qualche giorno, aria di normalità anche se con la mascherina. Abbiamo conosciuto uomini e donne che ci hanno ispirato e insegnato i valori della vita. Grazie perché ci avete fatto rivivere emozioni che per la pandemia avevamo dimenticato: quella per esempio di essere felici», leggono quattro giovanissime in rappresentanza di un gruppo che in realtà è una grande famiglia.
I VINCITORI DI FABULA 10+1
Per la categoria “Favole” il Premio Fabula 2021 per la fascia 2007/2008/2009, è andato a Angela Della Corte con “Il Procione Gentile”. Il testo, rispettando la struttura della favola evidenzia la capacità di individuare ed avvalorare sentimenti profondi riconoscendone l’importanza ed applicandoli, con delicata sensibilità, a contesti di vita quotidiana. Angela ha 12 anni, il Covid-19 ha coinciso con la perdita del suo papà che in qualche modo racconta nella favola e in tutti quegli abbracci che il piccolo procione “dimentica” di dare al capo famiglia dandoli per scontati.
Per la fascia 2004/2005/2006 invece il Premio Fabula 2021 è stato assegnato a Francesca Landolfi con il testo “Alla ricerca della felicità”. La favola mette in luci l’abilità, non scontata, di guardare a sé stessi ed ai propri comportamenti con autocritica, finalizzata ad un miglioramento nell’approccio agli altri, valorizzando la ricerca di sentimenti e stimoli positivi. Francesca ha 15 anni e partecipa al Premio da sette.
Aveva voglia di comunicare qualcosa di bello, a se stessa e agli altri, come una sorta di riscatto post pandemia. Novità di quest’edizione, l’assegnazione del Premio da parte dei creativi: il team capitanato dalla professoressa Manera e i più grandi del Festival, le maglie verdi, così si distinguono tra la folla dei partecipanti, hanno scelto Emanuela Oliva autrice di “Noi che siamo d’istanti”. La sua favola è tra i vincitori anche della categoria Affabulatori.
Emanuela, 16 anni, sa già che studierà psicologia e che tenterà la carriera di scrittrice. Simbolo di una generazione che sogna con gli occhi ben puntati a terra, ha elaborato questo testo dopo aver sofferto dell’assenza delle relazioni umane e della scuola, che non è solo apprendimento.
Per la categoria Affabulatori vincono: Annapia Coralluzzo con “Uguali ma unici”, Iris Ferrara con “Futuro in fiamme” per la fascia 2004/2005/2006; Morena Coralluzzo con “Fare sentire la propria voce”; Eleonora Minutoli con “L’amore è amore”, Giada Galardo con “Un brivido che vola via”; Mariafrancesca Marruso con “La tabacchina” per la fascia 2007/2008/2009; Francesco Zambrano con “Tartarughe Vs Castori”, Lucia Rossomando con “Azzurra e il mostro”, Andrea Fortunato con “Wolf, un amico a quattro zampe”, Emanuela Petrosino con “Amici speciali” per la fascia 2010/2011/2012/2013. Fuori concorso (testi belli ma fuori dalle regole concorsuali perché troppo lunghi) Valentina Lambiase con “Ti presento la piccola me” e Maria Spampinato con “Il segreto della felicità”.
«Durante la settimana del Fabula i nostri giovani creativi assorbono, sperimentano, scrivono, vivono a pieno le emozioni, interagiscono tra loro e con gli ospiti. È qualcosa di magico che non riesco a raccontare. Voglio dire grazie a tutta la squadra che fa un lavoro enorme: occuparci dei ragazzi è tutto, loro sono il centro perché da e con loro costruiamo un mondo migliore. Non mi piace pensare che oggi cali il sipario, Fabula continua perché i partecipanti da ora in poi racconteranno la loro esperienza e le loro storie ai compagni, a scuola, a casa, agli amici. La favola di Fabula continua grazie ai nostri giovani creativi», dice l’ideatore Andrea Volpe.
GLI ULTIMI INCONTRI
Gli ultimi protagonisti di Fabula 10+1 che hanno lasciato il segno in Arena Troisi prima dell’arrivo del grande Lello Arena sono stati: il direttore generale BCC Fausto Salvati, direttore sanitario dell’ospedale Pascale di Napoli Leonardo Miscio, Emanuele De Martino e Patrizio Oliva e il giornalista Gabriele Bojano.
Nel primo incontro Salvati ha spiegato il ruolo della banca rivolgendosi alla platea dei creativi leggendo “La cicala e la formica”, subito dopo Miscio ha risposto compiaciuto a tutte le domande ricordando il grande impegno, specie in pandemia, dell’Ospedale che dirige. L’oro alle Olimpiadi di Mosca del 1980, è intervenuto con De Martino, regista di “Antonio”, il cortometraggio in cui Oliva veste i panni dell’attore. Infine Bojano, tra aneddoti personali e suggerimenti professionali, ha chiuso il cerchio invitando i partecipanti ad avere sempre la febbre di sapere.
LELLO ARENA E I SUOI MILLE ANEDDOTI CON TROISI
«Massimo si alzava tardi, solitamente dopo le 14, e meno male perché non ce l’avremmo fatta a raggere la sua capacità di invenzione h24. Attraverso la sua fantasia cercava di costruire un nuovo universo, ci ha sempre invitati a giocare ma seriamente. Il film che porto nel cuore? “Ricomincio da tre” perché in quell’occasione ho fatto di tutto, anche portato il caffè, oltre a fare l’attore. Non sapevamo come si faceva un film.
E poi “Scusate il ritardo”: per girare quella scena sotto la pioggia utilizzammo 4 autobotti dei vigili del fuoco. Tutto merito della grande maestria di Massimo: 9 minuti in piano sequenza…Una grande idea di regia e di scrittura! Con lui potevo fare cose che non posso fare con nessun altro. Se sognate questo mestiere fatelo solo se pensate di essere un tramite e non per la fama o i soldi».
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