Le aziende sequestrate sono :
la S.r.l. EUROGALVANICA, con sede operativa in Torre Annunziata (NA), operante nel settore della zincatura dei metalli, occupante nr. 5 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la S.r.l. T.G.S., con sede operativa in Striano (NA), operante nel settore della zincatura dei metalli, occupante nr. 8 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la s.r.l. COMMERCIALE EXPORT, con sede operativa in Pagani (SA), operante nel settore della produzione e commercializzazione di conserve alimentari, occupante nr. 15 dipendenti (che arrivano a nr. 80 stagionali durante i periodi di massima produzione giugno/settembre), per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera; la S.r.l. LASER FASHION, con sede operativa in Solofra (AV), operante nel settore della lavorazione e concia del pellame, occupante nr. 14 dipendenti, per aver effettuato lo scarico delle acque reflue industriali in pubblica fognatura e di conseguenza in corpo idrico in assenza di autorizzazione e per aver esercitato l’attività in assenza dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera;
In particolare, le indagini, espletate dai Carabinieri del NOE di Salerno e Napoli, che si sono avvalsi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, e coordinate dalle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, hanno permesso di accertare:
quanto alla S.r.l. EUROGALVANICA di Torre Annunziata, che i reflui del processo di lavorazione industriale, nonché i rifiuti liquidi utilizzati nella lavorazione, convogliati direttamente nel canale Bottaro e di qui nel fiume Sarno, erano altamente contaminati (valori circa 200 volte superiori ai limiti di legge) da metalli pesanti (ferro, zinco, azoto ammoniacale e cloruri), sostanze bio — accumulabili, altamente tossiche per gli organismi viventi, con l’aggravante di aver commesso l’illecita attività stante il sequestro in atto di una parte dell’impianto; quanto alla S.r.l. T.G.S. di Striano, che i reflui del processo di lavorazione industriale e quelle di dilavamento dei piazzali confluivano direttamente nel Rio Foce e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera; quanto alla S.r.l. COMMERCIALE EXPORT di Pagani, che i reflui del processo industriale confluivano in pubblica fognatura e di qui nel prospiciente corso d’acque e quindi nel fiume Sarno, in assenza di autorizzazione e che la ditta non era in possesso dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera; quanto alla S.r.l. LASER FASHION di Solofra, che l’attività produttiva era esercitata con titolo autorizzativo allo scarico e alle emissioni in atmosfera scaduti da almeno 3 anni e pertanto inefficace.
Il sequestro preventivo delle aziende, secondo quanto ritenuto dai Giudici delle Indagini Preliminari di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata, si è reso necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno in particolare.
I provvedimenti cautelari reali, eseguiti in data odierna, si inseriscono in una più ampia e articolata attività investigativa condotta in modo capillare dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e dai Carabinieri Forestali, avvalendosi della collaborazione tecnica dell’ARPAC, e tutt’ ora in corso di svolgimento, sotto il coordinamento sinergico delle Procure di Avellino, Torre Annunziata e Nocera Inferiore, finalizzata ad accertare e a rimuovere le cause dell’inquinamento del fiume Sarno e dei suoi tributari, avente ad oggetto le aziende ubicate nel territorio del bacino idrografico di detto corso d’acqua e ricadente nei circondari delle suddette Procure, al fine di individuare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente e indirettamente nel fiume Sarno ed interrompere le attività illecite che influiscono sullo stato di salute di detto corso d’acåua, senza peraltro trascurare il rilevante impatto provocato dagli scarichi fecali dei Comuni ricadenti nei circondari delle suddette
Procure, tutt’ora privi di rete foglaria e/o non collettati ai depuratori esistenti.