«L’aumento – aggiunge l’Inps – ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni di contratti stagionali (+68%) e in somministrazione (+34%); pressochè stabili risultano invece le assunzioni a tempo indeterminato (+2%)». Le trasformazioni da tempo determinato nei sei mesi del 2021 sono state 214mila, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2020 (-21%).
Le cessazioni nel primo semestre del 2021 sono state in complesso 2.397.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3%). Risultano in flessione, aggiunge l’Inps, le cessazioni dei contratti intermittenti (-21%), dei contratti a tempo determinato e stagionali (-11%); per i contratti a tempo indeterminato nei mesi di gennaio e febbraio si è registrata una riduzione del 32%, mentre da marzo si ha un’inversione parallela a quanto registrato per le assunzioni.
I licenziamenti economici relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato – anche se ancora bloccati, salvo particolari fattispecie – nel secondo trimestre del 2021 sono aumentati del 29% rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente; maggiore risulta l’incremento dei licenziamenti disciplinari: +67%. Comunque, le cessazioni per dimissioni costituiscono la tipologia di cessazioni che ha evidenziato nel medesimo periodo l’incremento più consistente (+91%)