Proprio oggi, in Lombardia, è partito lo screening con il tampone salivare, ma solo in alcune scuole. Tuttavia, secondo Zuccotti, testare ora gli studenti “serve a poco”.
“L’importante era organizzarsi prima dell’estate, poter offrire a tutti i bambini, prima dell’inizio della scuola, 48 ore, 72 ore prima dell’inizio della scuola, la possibilità di fare un tampone salivare e quindi permettere l’ingresso soltanto ai bambini che risultavano negativi”, ha sottolineato il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Statale.
Ma, ha aggiunto, “nel momento in cui non si è optato per questa soluzione, quindi quella di organizzarci per “screenare” tutti quanti prima dell’ingresso, credo che l’altra via sia quella di andare a normalizzare questa infezione, partendo proprio dai bambini”.
Secondo lo scienziato sarebbe opportuno cominciare a “trattare” il Covid-19, almeno in età pediatrica, “come una normale influenza: se il bambino è sintomatico, sta poco bene, sta a casa, nel momento in cui supera la sua fase influenzale, la sua fase acuta, ritorna a scuola ma senza neanche il bisogno di eseguire nessun tipo di tampone”.
“Se chiudiamo le scuole creiamo continue quarantene, vuol dire poi comunque quarantene anche nei genitori, ritornare in Dad, e ritornare ancora ad avere problemi anche dal punto di vista economico”, ha concluso lo scienziato.