L’indicazione di tendenza appare positiva per l’Inghilterra, di gran lunga la maggiore nazione del Regno, malgrado la revoca quasi totale delle restrizioni introdotta dal governo di Boris Johnson fin dal 19 luglio, con un calo a un caso ogni 80 abitanti contro uno ogni 70 della precedente rilevazione e in Irlanda del Nord (uno ogni 75 contro uno ogni 60); mentre resta in aumento in Galles (uno ogni 60 contro uno ogni 65) e si conferma al picco in Scozia (uno ogni 45) dove le scuole hanno riaperto prima che altrove, da metà agosto.
Proprio nelle scuole secondarie si registra ora un trend generalizzato all’incremento dei casi, anche in Inghilterra (sebbene con una percentuale che resta marginale di contagi gravi fra i più giovani) in attesa dell’estensione delle somministrazioni di singole dosi vaccinali ai ragazzi fra 12 e 15 anni appena annunciata. In crescita relativa pure le infezioni stimate fra gli over 50 britannici non completamente vaccinati, mentre la somma dei ricoveri fra chi ha meno di 50 anni pesa ora per il 75% (in un Paese che ha ben l’82% della popolazione over 16 coperta da due dosi e il 90% almeno da una) su chi ha zero vaccinazioni. (ANSA).