Va subito precisato che l’obbligo di avere il Green pass vale sia per i privati, che per il personale delle amministrazioni pubbliche, il personale di autorità indipendenti, Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi costituzionali
Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. L’obbligo è esteso ai soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni
Per gli artigiani (idraulico, elettricista) i padroni di casa non hanno l’obbligo del controllo perché non sono datori di lavoro, ma è loro facoltà chiedere l’esibizione del lasciapassare
Per i taxi, il passeggero può chiedere il Green pass, ma l’autista no
Per colf e badanti, i datori di lavoro hanno invece l’obbligo di verificare che i lavoratori abbiano il Green pass
I liberi professionisti devono esibire la certificazione “quando accedono nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa”. Vengono controllati “dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021”
Una norma ad hoc riguarda poi l’accesso a tribunali e agli uffici giudiziari: Green pass per “i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, i componenti delle commissioni tributarie”. Ma le disposizioni, recita il decreto, non si applicano agli “avvocati e gli altri difensori, i consulenti, i periti, i testimoni e le parti del processo”
Capitolo smart working: chi lavora da casa non dovrà avere il pass. Ma il lavoro agile, hanno fatto sapere da palazzo Chigi, “non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di Green pass”
I controlli andranno effettuati dal datore di lavoro che deve organizzarsi entro il 15 ottobre
Per chi non sarà in regola, prevista una multa fra i 400 e i 1.000 euro. Il dipendente che viene sorpreso sul luogo di lavoro mentre viola l’obbligo di pass, avrà invece un’ammenda fra i 600 e i 1.500 euro