Una indagine che, come ha spiegato il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani, mira a “comprendere il posizionamento del prodotto nei principali Paesi europei subito dopo la fase acuta della pandemia”.
L’analisi conferma, altresì, l’appeal internazionale della Bufala Dop, con notevoli potenzialità di incremento. Considerando le previsioni di crescita del Pil stimate dalla Commissione Europea per il biennio 2021-22 (+4,2% nel 2021 e +4,4% nel 2022) si prevede un incremento dei redditi medi e del numero di famiglie appartenenti alle middle-upper class, soprattutto nei Paesi target dello studio.
All’estero la mozzarella a marchio Dop rappresenta un sinonimo di maggior qualità per i consumatori: in un confronto tra gli user dei 4 mercati target, la percentuale di chi dichiara superiore per qualità il prodotto Dop rispetto alla non Dop va da un 60% nel caso di Regno Unito e Germania fino all’80% in Francia e Spagna.
Emergono pure indicazioni importanti per il futuro, ovvero che anzitutto i consumatori chiedono una sempre maggior attenzione alla sostenibilità, intesa sia come tutela ambientale che come benessere animale. Tale attenzione rappresenta una delle principali eredità lasciate dal Covid a livello mondiale. La sensibilità del consumatore verso questi aspetti sta diventando sempre più un presupposto imprescindibile.
Insieme alla Francia, il Belpaese figura al primo posto tra i Paesi che producono i formaggi di maggiore qualità secondo i consumatori europei. Ma rispetto ai diretti competitor, l’Italia vanta il prezzo medio all’export più elevato: 6,9 euro/kg contro i 3,2 euro/kg della Germania, i 4 euro/kg dei Paesi e Bassi e i 4,6 euro/Kg della Francia.
Per il responsabile del settore agroalimentare di Nomisma e autore della indagine, Denis Pantini: “Ciò discende dal ruolo rilevante che i prodotti Dop detengono nel nostro paniere alimentare Made in Italy. Nel caso dei formaggi, basti pensare che il valore alla produzione delle indicazioni geografiche italiane supera i 4,5 miliardi di euro contro i 2,4 miliardi di quelle francesi”.
di Tony Ardito