“Iniziative come queste – ha detto monsignor Bellandi – aiutano tutti noi ad avere uno sguardo più attento verso le persone affette da disabilità, che rappresentano una ricchezza per la società”.
Nata come un viaggio tra amici e poi trasformatasi in un progetto dalla grande valenza sociale, la Route21 ha l’obiettivo di sottolineare che non esistono diversità ma opportunità e che ognuno può raggiungere i propri obiettivi. A raccontare nel dettaglio l’iniziativa è Gian Piero Papasodero, il biker che accompagna i ragazzi Down in un tour lungo tutto lo stivale.
“La Route21 – dice il vicepresidente di Diversa-Mente – è nata per coniugare il mio desiderio di dare un’opportunità ai ragazzi Down con la mia passione per le moto. Il viaggio è la forma migliore per aprire le mente di qualcuno, ti dà l’occasione di vedere nuovi posti e conoscere nuova gente”.
Partita il 4 settembre da Cervia, nel suo lungo viaggio la Route21 tocca ben 25 città fino ad arrivare a Roma e Viterbo, dove si concluderà domenica 3 ottobre. I ragazzi si alternano in una sorta di staffetta che li vedrà tutti riuniti per la tappa conclusiva del viaggio. Lungo il tragitto amici e sostenitori si uniranno alla spedizione e percorreranno qualche chilometro della Route.
Giunta alla settima edizione, la Route21 Chromosome on the Road prende ufficialmente il via nel 2015 con l’obiettivo di sfidare l’omologazione che spesso incasella i ragazzi affetti da sindrome di Down e lasciar emergere il carattere e le peculiarità di ognuno. Il nome dell’iniziativa è emblematico e richiama il mito americano della Route 66, la famosa autostrada che attraversa gli Stati Uniti da est a ovest, percorsa per decenni da automobilisti e motociclisti. Ma in questo caso c’è una connotazione particolare, il 21, che fa riferimento a quel cromosoma in più della sindrome di Down.